di DANILO CARUSO
Talvolta mi è capitato qua e là di ascoltare
o leggere dei richiami fondati sulla dottrina cristiana messa in
contrapposizione alle ideologie e alle teorie transumanistiche e transgenderiste.
Dopo anni di studio e analisi dell’universo giudaicocristiano ruotante attorno
alla “Bibbia” non ho più molta difficoltà a cogliere al volo delle per me
stonature di cui i sostenitori religiosi giudico non si rendano conto giacché
rimasti, a quanto mi sembra, ancorati a un asciutto piano catechistico. Io ho
esaminato negli originali ebraici e greci brani biblici cui alle volte qualcuno
si appella. Un exemplum che mi pare clamoroso deriva dall’anteposizione operata
dai fautori della fede (ritenuta da loro qualcosa di solido) della credenza che
il Dio biblico abbia creato esclusivamente due generi sessuali (il maschile e
il femminile). Non è così. Nel relativo testo in lingua ebraica si può leggere
(e quindi tradurre in maniera migliore) che quando Dio produsse gli esseri
umani li fece androgini e non maschio e femmina separati. In un
secondo tempo tagliò l’androgino Adamo isolandone la “fiancata” femminile in
Eva1. La “Bibbia” racconta, più in breve, il parallelo ragionamento platonico
nel “Simposio”2. Come se questo non bastasse già a introdurre un
orizzonte teologico transgenerista nella Sacra Scrittura postulante tre generi,
il canonico evangelico Gesù Cristo fa l’apologia degli evirati di loro
iniziativa a religioso scopo salvifico3. Mentre in quest’ultima circostanza
il genere sessuale maschile patisce nel quadro teologico la sua cancellazione
in seguito a motivazione generante una specie di privilegiato, in ottica
paradisiaca, genere 0, il Messia in un Vangelo apocrifo proclama che le donne
non entreranno in cielo a meno che non siano trasformate in maschi. La materia
transumanistica/transgenderista si mostra, come vedremo meglio, religiosa. Tant’è
che io reputo possibile la derivazione di posizioni moderne dall’humus della
religione, una base di cui forse s’è smarrita consapevolezza. Le avveniristiche
tendenze del GNR (genetica, nanotecnologia, robotica) disvelano una sorta di
tensione fideistico-scientifica, dove non è la scienza da sé a elevarsi a
religione, bensì il contrario: la scienza viene invasa da ideali religiosi (in
primis quello supremo dell’immortalità). Il discorso biblico inerente ai generi
sessuali umani torna ancora attuale nelle mie sottolineature laddove in ebraico
si afferma che l’uomo e la donna nel congresso carnale diverranno non una sola carne, ma la carne primigenia, ossia quell’androgino
che poco sopra rammentavo4. Perciò nella “Bibbia” in un modo o
nell’altro, il “maschile” e il “femminile” sembrano transitori, appesi tra estremi i quali non ne indicano affatto una
dimensione di eccellenza ontologica. Tutt’altro. Noè maledisse il figlio che lo
vide nudo, cioè difettoso, in quanto
non più essere integro androgino.
L’androginia, vale a dire il ricongiungimento dei due distinti generi, è l’ideale
antropologico perduto nel Vecchio
Testamento. L’asessualità (la cancellazione
di una puntualizzazione di identità sessuale) costituisce la meta
neotestamentaria (disprezzato il genere femminile, un po’ meno quello maschile;
ritengo che Gesù abbia detto di non dare
le cose sante alle cagne; molto
probabilmente quel dativo in greco, «τοῖς κυσίν», è femminile5). In
generale nei due Testamenti notiamo proprio una propensione transgenerista
(verso l’androgino; o il genere 0, che sarebbe quello degli angeli), un tendere
verso un piano trans (il quale viene
riproposto nella modernità in forme più legate alla specificità individuale e
non proiettate alla volta di una riparazione ideale superiore). Stando al mio
punto di vista razionalista spiritualista, superficialmente si vorrebbe criticare
da parte di alcuni (in ogni caso valentissimi intellettuali), in negativo, un’ideologia
odierna facendo perno sulle Sacre Scritture cristiane. Un altro aspetto che a
me sembra contraddittorio in pectoribus di tali critici riguarda la figura di
Gesù Cristo. Il Messia è nato, nella spiegazione della teologia dogmatica, per
via di concepimento dovuto allo Spirito Santo, nel contesto di una
partenogenesi, venendo al mondo grazie a compenetrazione mariana. A me, nella
mia modesta semplicità, con tutto il rispetto che i credenti meritano, che
riconosco e che tributo sinceramente, una simile cosa si mostra apparire una situazione transumanistica. E lo dico
proprio nel merito della mia analisi, scevro da intenzioni diverse che non
siano quelle di esprimermi sempre in modo scientifico, obiettivo e
circostanziato. Tale è il mio leale rispetto nei confronti di chi parla
appoggiandosi a qualsiasi contenuto cristiano (rivolgendolo a qualunque altro
argomento) che colgo l’occasione di prolungare il mio ragionamento spiegando
come la figura del Messia evangelico sia da connettere e confrontare con
meccanismi mitologici, anche Egizi, da quel che vedo tutti perlopiù ignorati da
molti. Nei miei studi ho preso in esame le radici stoiche e mitologiche greche
nella costruzione dell’immagine esteriore letteraria di Gesù, ho in parte
rilevato alcuni aspetti derivanti dai miti provenienti dall’Antico Egitto. La
circostanza mi è propizia al fine di spendermi nell’illustrare nuovi dettagli
analitici, rispetto ai miei precedenti espositivi, in merito alla nascita e
alla resurrezione di Cristo6. Un’argomentazione che rivelerà la
guisa in cui la sorgente creatrice di mattoni religiosi sia fantasiosa e come
simili temi mitici possano collocarsi all’esterno di scienza e rigore
conoscitivo più avanzati. Non addebito una colpa, un motivo di demerito, a chi
nell’Antichità egizia formulò ipotesi, credenze fantastiche, cercando di capire
il mondo. Quella era la gittata massima della Ragione di allora. I miti ci
indicano limiti razionali, e se dentro di questi ci sono elementi fantastici,
fantascientifici, transumanistici, dobbiamo prenderli per quello che sono e
capirli nella loro sostanza. Se la nascita del Messia cristiano assomiglia a
quella transumanistica tipica del Brave New World huxleyano, reputo non si possa
non prenderne atto, e perciò deduco in generale, alla luce anche di quanto già
detto, che contrapporre la religione al transumanesimo e al transgenderismo non
rappresenta, a mio avviso, un’operazione intellettuale molto appropriata7.
Il fantasioso della mitologia potrebbe essersi convertito nella mira della
scienza che ha indossato l’abito del transumanesimo. Se guardiamo bene talune
teologiche affermazioni dogmatiche e certi aspetti biblici, scopriremo che al
di sotto di essi sta un sostrato di architettura dinamica invalidante la pretesa
origine divina di una rivelazione di fede. Intendo perciò proseguire
nell’exemplum, al fine di riscontro, cui sopra avevo fatto cenno: nascita e
resurrezione di Gesù al di là delle loro apparenze transumanistiche cristiane
(le quali rimangono nel loro significato simbolico, proiettato sul Brave New
World e sopra una scienza che punta all’immortalità: un desiderio espresso
dentro un cerchio religioso si è trasferito, secondo me, alle ricerche medica e
tecnologica animanti il transumanesimo). Nella religione egizia antica l’arco
vitale, caratterizzato dai suoi estremi di genesi e di morte, entro i quali si
svolgeva una lotta per la vita (uno scontro esistenziale fra ordine sostenitore
e disordine distruttore), riceveva una significativa trasposizione figurata
nelle immagini della sequenza solare giornaliera visibile dalla terra. Il
sorgere e il tramontare erano trasposti nella veste simbolica dei due estremi
menzionati. Il Sole assumeva il primo posto nel culto religioso, in quanto icona
della divinità reggitrice della Natura. Il mito di Osiride rielaborava il ciclo
vita-morte attraverso uno schema proseguente nella ripresa dialettica per mezzo
di una risurrezione, una ricomposizione del cadavere smembrato osiriaco. Questo
Dio solare torna dunque a vivere, sconfiggendo la morte e il di essa disordine.
Capire cosa fa il Sole dunque (puntualizzato pure in Ra) è nevralgico allo
scopo di comprendere il pensiero egizio. Partiamo dal tramonto, allorché il
Sole scompare alla vista umana. In quella mitologia antica entrava nel Duat, il
quale sarebbe un contenitore posto nel cielo, una scatola invasa dalle
tenebrose acque primordiali da cui si è separata la illuminata realtà naturale.
Il Sole quotidianamente entra ed esce dal Duat, dove combatte il disordine
proprio dell’acqua in quanto archè, per dare radiante appoggio durante il
giorno alla vita. In simile cosmologia il cielo viene immaginato come una volta
separante le acque di sopra dal mondo sottostante; sopra si sta al buio,
sotto grazie all’azione solare v’è luce, calore, e quindi una Natura vivente e
ordinata. Al di là dell’analogia cosmogonica con la biblica origine del cosmo8,
mi preme far notare in questa sede il legame con la figura di Gesù Cristo. Il
cielo per gli antichi egizi era una manifestazione della Dea Nut, i cui
connotati di gestante notturna del Sole sono passati alla Madonna cristiana,
non per niente definita “Regina del cielo” (titolo di quella Dea uranica e di
Iside). Nut al tramonto ingoiava il Sole e lo partoriva all’alba: concepimento
per virtù dello Spirito Santo (entrato dall’orecchio della Vergine Maria, nel
parere di Anselmo d’Aosta) del Logos incarnato e sua nascita per
compenetrazione. La nascita del Messia simboleggia il sorgere del Sole, la
venuta di un principio ontologico portatore di ordine (Logos = via, verità,
vita). La sua morte e la sua resurrezione sono ancora legate al ciclo del Duat
(il quale era pure il luogo ospitante le anime dei dipartiti), giacché questo
oltre a essere concepito come una specie di celeste contenitore era altresì ubicato
da altra visione religiosa egizia in un luogo sotterraneo: gli inferi in cui
discese il Messia defunto, risorgendo alla fine («descendit ad inferos, [...]
resurrexit a mortuis»). Il quadro si chiude con l’individuazione di tutti gli
elementi essenziali dell’architettura dinamica fondante trasferiti in quella
statica dell’elaborazione cristiana. Ho già in passato fatto osservare che il
perizoma del Cristo nei crocifissi alluda nella mia interpretazione all’assenza
osiriaca del membrum virile, assorto a corpo celeste luminoso: la stella cometa
a guida dei magi (=maghi) annunziante la nascita di un re (del Mondo). La progressione
del Sole nel Duat ci mostra un Osiride che muore al tramonto e che risorge
all’alba nel figlio Horus. La risurrezione del Messia evangelico vuole
riproporre simili contenuti mitici. D’altro canto non dobbiamo dimenticare in rapporto
alla cosmogonia veterotestamentaria la presenza nel Duat di Apep, il serpente
simbolo delle tenebre e del disordine, con cui il Sole si misura ogni notte nel
suo compito di sostegno all’ordine naturale. In più, tornando al recinto
neotestamentario, voglio ricordare ancora una volta il mio stupore quando,
parecchio tempo fa, nelle mie ricerche mi imbattei in una foto di Iside seduta
con Horus tra le braccia sulle gambe percependoli all’impatto visivo come un
gruppo scultoreo mariano: la differenza rispetto alla dimensione estetica
originaria era stata impercettibile (non tutte quelle antiche sculture si
prestano comunque a quest’inganno ottico: mi è capitato solo una, tuttavia
molto significativa, volta). Mi riaggancio adesso al tema transumanistico, e
faccio notare che in materia di nascita il Duat (grembo di Nut) celeste è
simile a una incubatrice huxleyana e che la vocazione a superare la morte,
espressa dagli Egizi con la tecnica della mummificazione si mostra sui generis
transumanistica. Del resto la massima offerta del Cristianesimo ai suoi fedeli
rimane l’immortalità. Il transumanesimo, a mio modesto valutare, esprime desideri
dettati dalla sfera religiosa, e nel nostro caso quella prossima è la cristiana
(rielaborante dunque aspirazioni e impalcature concettuali pregresse). Abbiamo
visto un Jesus Christ superstar, non mi
stupirei di vedere proposto un Jesus
Christ cyberpunk. Trasferire la coscienza in un androide asessuato, poiché
non ci sarebbe più bisogno di riproduzione biologica organica, costituisce
un’idea esplicita dove l’essere umano sarebbe eterno: sarebbe ossia come un
angelo in paradiso, con il superamento dei generi sessuali. Osserviamo il modo
in cui la scienza assomiglia alla religione assumendone i sogni. Il Brave New
World di Aldous Huxley costituisce un sistema che ho inserito assieme al GNR
nella mia distopica ipotizzata cronistoria del tempo futuro9.
Naturalmente non contesto i benefici della ricerca scientifica nel momento in
cui essa migliora l’esistenza, a cominciare dai disabili e dagli ammalati.
L’interfacciamento neurale, ad esempio, in sé e per sé, non è giudicabile buono
o cattivo. Però se degenerasse al livello di “The feed” (romanzo di Nick Clark
Windo) riterrei di trovarci davanti a cosa non buona, mentre utilissimo
rimarrebbe a vantaggio di chi avesse difficoltà. Qualcosa di più definito stimo
di dover qua in breve aggiungere a proposito dei generi sessuali quando si
discute di transgenderismo. Sto argomentando da cisgender eterosessuale
esclusivo, e per me la categoria LGBT non rappresenta un problema sociale. Il
Cristianesimo ha perseguitato, torturato e ucciso queste persone per secoli e
nei modi più sadici, finché l’Occidente ha voltato pagina sul piano repressivo
cancellando la previsione di reato a loro danno. Questi soggetti nella mia
visione filosofico-giuridica non rientrerebbero in quanto tali nella sfera
pubblica: l’orientamento e l’identità sessuali costituiscono a mio modo di
vedere un fatto “privato”, a meno che non emerga un reato penale (violenza,
pedofilia, etc.). Parimenti qualsiasi forma di educazione scolastica mirante
alla “maturazione personale” di un orientamento omosessuale/transgender dovrebbe
essere scartata; lecito a scuola fare “spiegazione”. L’orientamento e
l’identità sessuali di un soggetto minore resterebbero materia sotto il
controllo di chi ne detiene la potestà genitoriale o la tutela; i genitori e il
tutore sarebbero i responsabili della cura di figli minori e di minori in
tutela (entro i limiti della legalità costituita). Lo Stato potrebbe fornire
strutture assistenziali distinte e separate dalla scuola accompagnandosi alla
famiglia o al tutore ufficiale. Considero omosessuali e transgender persone
normali: ciascuno sia lasciato libero nella sua individualità, senza ricevere
condizionamenti pro o contro, ma ricevendo invece, se opportuna, adeguata
assistenza. Ripeto che, secondo me, l’omosessualità è una prova dell’esistenza
dell’anima, giacché dimostrerebbe la traccia di un’impronta fisiologica
sessuale pregressa10. Se il transgender scopre qualcosa del genere,
a sua insaputa, e vuol cambiare la sua identità sessuale, in ogni caso,
trattasi di affari “privati”. Alla scuola rimarrebbe, sempre nell’orizzonte del
mio pensiero, il compito di illustrare la “famiglia biologica” quale unica
produttrice di figli, dacché il modello fisiologico è quello: dato di fatto
naturale, universale, esclusivo. Dove c’è impotentia
ad filios a causa di un accoppiamento omosessuale non si dovrebbe
intervenire in maniera surrogata o comunque alternativa: la Natura dà i figli
solo alle coppie formate da un uomo e una donna, e chiede che questi crescano
in una famiglia biologica11. Per quanto riguarda il resto, tutti i
maggiorenni potrebbero aggregarsi nel modo in cui vogliono, nel rispetto della
Legge. Una coppia omosessuale è lecita, e sulla base del legame affettivo le si
potrebbero riconoscere dei pertinenti diritti riconosciuti già alla coppia
etero. Secoli di persecuzioni degli appartenenti alla categoria LGBT
rivendicano una pacificazione sociale. Demonizzare il transgenerismo e non
studiarlo senza pregiudizi appaiono a me difetti ideologici ereditati da
mentalità religiosa cristiana, difetti che osservo nel novero cattolico; mentre
sul versante protestante, in quest’altra parte dell’Occidente, quel che io noto
più saliente si mostra il fatto che antiche suggestioni potrebbero essere state
riprese, rielaborate e ricalibrate in direzione di riproposizioni in versione
GNR.
NOTE
Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Novità e ripresentazione”
1 A dimostrazione segnalo un mio studio: Antropogonia e androginia nel Simposio e nella Genesi, dentro la
mia pubblicazione Considerazioni
letterarie (2014).
Nel 1978 Papa
Luciani dichiarò che Dio è Padre e Madre
(Papa Bergoglio ha poi lontanamente riecheggiato qualcosa del genere).
L’affermazione di Giovanni Paolo I ci induce a sovrapporre il concetto di
androginia sul Dio biblico, il che spinge in un secondo ulteriore momento – ricordo
che secondo me l’Ebraismo è sorto dall’Atonismo – a riscoprire gli aspetti
androginici di Aton (definito dagli atonisti “madre e padre dell’umanità”),
aspetti riflessi in rappresentazioni di Akhenaton dove il faraone riformatore
religioso appare con fattezze femminilizzate creanti l’immagine dell’androgino.
Non trascuriamo in ultimo che il Dio veterotestamentario produsse l’Adamo
originario androgino a somiglianza della
divinità.
2 In direzione di ulteriore approfondimento altro mio scritto: Eros e la libido junghiana nel “Simposio”,
all’interno del mio saggio Note di
critica (2017).
3 Ne ho parlato a pag. 10 della mia opera Studi illuministi (2024).
4 V. nota 1.
5 V. a pag 19 della mia pubblicazione Partita
a scacchi (2022).
6 Rammento due miei lavori di analisi: Gesù
stoico e dionisiaco nel saggio indicato nella nota precedente; Iside e Osiride, Cristo e la Madonna nell’altra
mia opera intitolata Note di studio (2016).
https://danilocaruso.blogspot.com/2022/06/gesu-stoico-e-dionisiaco.html
7 Ho destinato una mia monografia al celeberrimo romanzo di Aldous Huxley,
testo dove chiarisco quel sistema sociale distopico essere nato da una
degenerazione concettuale del capitalismo attivistico protestante: Il
capitalismo impazzito di Aldous Huxley (2015).
8 Mi sono dilungato nelle analisi miranti a decifrare i significati
concettuali del brano ebraico veterotestamentario dedicato alla cosmogonia. Le
indico (tutte in mie pubblicazioni): Radici
egizie in Ermeneutica religiosa
weiliana (2013), Radici sumere di Ebraismo e capitalismo in Note di critica (2017). L’acqua
e il Dio biblico in Teologia
analitica (2020), Sul biblico “Cantico dei cantici” e su Gn 1,1 in Radici
occidentali (2021).
https://danilocaruso.blogspot.com/2014/09/radici-egizie-nella-cosmogonia-ebraica.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2017/11/radici-sumere-di-ebraismo-e-capitalismo.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2020/03/lacqua-e-il-dio-biblico.html9 Articolata questa esposizione di filosofia della storia ventura, i cui
segmenti si trovano analizzati in differenti mie pubblicazioni. Qui sotto la
tavola sinottica. Appresso l’elenco non soltanto delle mie singole trattazioni
delle “figure”. Questi miei scritti nascono come analisi autonome (letterarie,
filosofiche) le quali parallelamente si prestano a spiegare l’intreccio
storico-distopico ipotizzato e illustrato da me in una cornice contenente una
sua interna logica evolutiva d’insieme. Tutti i testi suddetti compaiono dentro
miei saggi (l’ordine è cronologico di pubblicazione).
1) Il capitalismo impazzito di Aldous Huxley (saggio del 2015);
2) La terribile distopia di H. G. Wells in Critica
letteraria (2017);
3) La tanatolatria di de Sade in Filosofie sadiche (2021);
4) Una distopica ginoide contro la mantide
religiosa, Sex doll prima del Brave
New World, Tra Primavera Bobinski e
la sadista Justine, Attacco
all’inconscio collettivo in Letteratura
e psicostoria (2022);
5) Induismo e Occidente in Partita a scacchi (2022);
6) La distopia della sciocchezza dei fratelli
Strugatzky in Distopie occidentali
(2023);
7) Intelligenza artificiale e stupidità
naturale in Ritorno critico
(2024).
10 Junghiano in fatto di psicanalisi, a suo tempo sviluppai simile idea
percorrendo un iter di stampo logico-deduttivo, tant’è che vi riconosco venature
platoniche. Nel periodo di redazione di questa presente analisi ho avuto, nel
corso dei miei poliedrici studi, il piacere di rintracciare un libro scritto
dallo psichiatra Ian Stevenson, eminente studioso del fenomeno della
rincarnazione, pubblicato in Italia nel 1991 da “Edizioni Mediterranee”:
“Bambini che ricordano altre vite / una conferma della reincarnazione”. L’ho
letto con interesse e ho notato che la mia semplice e modesta idea era già
stata meglio e più articolatamente esposta prima in passato. Ho sempre
puntualizzato, in generale, nei miei discorsi, di non fare professione di
originalità. L’eccellente intellettuale americano, autore di varie monografie,
è comunque giunto alla medesima conclusione per via induttiva
empirico-investigativa. Io avevo a disposizione solo contenuti di pensiero
approdanti genericamente alla realtà concreta, mentre lui è partito da un
considerevole concreto numero di casi analizzati pervenendo a un’astrazione
concettuale dimostrativa. A prescindere da tali impostazioni metodologiche, le
quali mi è parso utile esplicitare, a sostegno della mia posizione a favore
della teoria reincarnazionistica e del suo coinvolgimento nel tema inerente a
omosessuali e transgender voglio riportare pochissimi piccolissimi brani, in conformità
al diritto di citazione, estratti dal detto lungo apprezzabile testo di
Stevenson (tradotto in italiano da Mara Grillini e Eduardo Hess). Premetto che
lo scrittore e uomo di scienza americano ha, nel merito discusso di
metempsicosi da soggetto con differente sesso, mostrato diversi exempla e
ragionamenti chiarificatori.
estratto 1
Uno dei più interessanti ed importanti tipi di
comportamento insolito manifestato da un soggetto è quello che si verifica nei
bambini che ricordano la vita di una persona appartenente all’opposto sesso.
(Trattasi di quei casi che precedentemente ho denominato casi di cambiamento di
sesso). La maggior parte di questi soggetti rivela (a vari gradi) modi di
vestire, di parlare, di giocare ed altri comportamenti che si adattano alle
tendenze del sesso opposto.
[...]
Durante il corso delle mie ricerche ho avuto modo di
notare che, fra i soggetti appartenenti a casi che presentano un cambiamento di
sesso da una vita all’altra, la disforia sessuale è un fenomeno molto comune.
Ciò mi permette di dire che, probabilmente, la condizione di molte altre
persone afflitte da tale problema (o anche da omosessualità), possa derivare da
vite precedenti in qualità di membri del sesso opposto. Come ho detto
all’inizio di questo capitolo, ciò può avvenire anche quando la persona in
questione non presenta alcuna reminiscenza di una vita precedente.
estratto 2
Perseverando nella sua convinzione di essere stata
un ragazzo, Erin desiderava vestirsi in modo maschile ed impegnarsi in attività
consone a questa condizione. Appena crebbe a tal punto da notare le differenze
di abbigliamento fra i ragazzi e le ragazze, insistette nel volersi vestire con
abiti maschili. [...] Quando sua madre si ostinava affinché indossasse un
vestito da donna Erin si sentiva umiliata, avrebbe di gran lunga preferito dei
jeans o dei pantaloni larghi. [...] Voleva anche che i capelli le rimanessero
corti e permise che le crescessero solo all’età di nove anni. Erin non mostrava
alcun interesse per bambole dalle fattezze umane [..]. [...] Le piaceva
nuotare, scalare gli alberi e pescare. Espresse poi un forte desiderio di
imparare il baseball e di diventare un «lupetto» degli Scout. Quando venne a
sapere che poiché era una ragazza non poteva aspirare a diventare un «lupetto» degli
Scout, arrossì dalla rabbia. La Sig.ra Jackson mi scrisse che a volte Erin
sospirando diceva: «Avrei desiderato essere un ragazzo. Perché mai non avrei
potuto essere un ragazzo?».
[...]
Ampan Petcherat, il soggetto di un altro caso di
cambiamento di sesso, quand’era una bambina rivelava dei comportamenti
tipicamente maschili che poi perse del tutto durante l’adolescenza. Il
differente corso dello sviluppo di questi soggetti potrebbe essere dovuto alle
diverse età che avevano le loro precedenti personalità all’epoca in cui
morirono. Jagdish Chandra e Ampan Petcherat ricordavano la vita di due bambini
che, probabilmente, non vissero così a lungo da consolidare i tratti ed i
comportamenti tipici di un Bramino e di un uomo, laddove invece ciò può essere
accaduto per ciò che riguarda le precedenti personalità adulte che figurano nei
casi di Jasbir Singh, Ma Tíng Aung Myo, Paulo Lorenz e Rani Saxena.
[...]
Una persona che, ad esempio, si sia incarnata per
sei volte in un corpo maschile prima di rinascere in uno femminile, potrebbe
avere maggiori difficoltà ad adattarsi a vivere come una donna di quanto non
accadrebbe se, soltanto nella vita precedente, fosse stata un uomo.
11 Ne avevo già parlato, spiegando a fondo il mio punto di vista laico,
nella mia opera Note umanistiche
(2020): Ragionamento sopra le adozioni
gay. E come avevo là affermato, se una legge dello Stato democratico desse
il diritto ad avere figli alle coppie omosessuali, per me non sarebbe un
problema. Le mie idee in merito costituiscono una mia visione filosofico-giuridica razionalista la quale potrebbe
essere superata dai fatti. Al Parlamento la facoltà di legiferare, a tutti il
diritto di esprimere lecite, sensate, argomentate riflessioni nel rispetto di
posizioni alternative (art. 21 della Costituzione italiana).

