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martedì 2 maggio 2023

LA DISTOPIA DELLA SCIOCCHEZZA DEI FRATELLI STRUGATZKY

di DANILO CARUSO
 
“L’ultimo cerchio del paradiso” (titolo in italiano non coincidente con l’originale russo) dei fratelli Strugatzky, romanzo del 1965, è un testo che mi ha prospettato l’opportunità di aggiornare il mio schema degenerativo storico distopico1. E in particolare, attraverso il concetto dello “sleg” (слег) di porre un ponte fra i temi dell’interfacciamento neurale e dell’edonismo (v. in calce). Tale testo di fantascienza russa presenta una precisa società, al cui interno il protagonista si trova a investigare, i cui dettagli ai miei occhi sono risultati molto rilevanti nella direzione succitata. Lo Stato in cui si trova Ivan Zhilin vive all’insegna di una ideologia collettiva improntata al divertissement. Gli uomini ampiamente emancipati da lunghe giornate lavorative, sono, appunto, dediti al soddisfacimento edonistico. L’obiettivo di simile regime di vita è bandire il pessimismo e il malumore, e mantenere alti l’ottimismo e il buonumore. La diffusione di una comune e condivisa sensazione di benessere viene demandata anche all’intervento della scienza medica mediante la neurostimolazione (ad esempio per indurre sogni piacevoli). Pare di capire, in un elogio da parte di un personaggio secondario del romanzo, che la “filosofia del neo-ottimismo” contempli l’esistenza di qualcosa paragonabile al Viagra. Di questo dottor Opir, fautore e sostenitore, di fama, della spensieratezza, più avanti nella narrazione, si approfondisce di nuovo e un po’ meglio il “pensiero ottimistico”. Per lui tutti dovrebbero rimanere o ritornare allo stadio mentale di fanciulli senza inquietudine, nella ricerca di detta ottimale condizione – nell’articolo attribuito al filosofo Opir – si sottolinea l’importanza dei trattamenti attraverso onde elettromagnetiche al fine di indurre quei gradevoli sogni. Non dovrebbero esistere frustrazioni in ambiti sociale e sessuale, la strada va perciò spianata a scapito di forme ansiogene. Si parla di un “generatore di sogni” operante per mezzo di radiazioni. Il dottor Opir condanna le critiche di coloro che avversano, a di lui detta, i benefici della scienza apportati dal progresso: la neurostimolazione descritta salva da dipendenze tossiche (come droga e alcol) e offre il modo di vivere una vita sana in mezzo agli altri. Al che gli autori Strugatzky replicano mediante le riflessioni di Ivan, il quale constata la sciocchezza assorta a sommo ideale di vita: lo sciocco è diventato il tipo giusto e apprezzabile inter homines; al di sopra di costui si colloca un’egida mediatica che lo protegge e lo plasma, a difesa dai contestatori della benefica (?) scienza; gli sciocchi sono tutelati dalla scienza (?) a differenza di estremisti sovversivi. A quest’ironia si aggiunge la rilevazione di inusuali inspiegabili (in apparenza) decessi sopra cui la macchina mediatica stendeva il suo obliante rassicurante velo. Cosicché tutti gli sciocchi di ogni livello si persuadessero della bontà della scienza ufficiale e dell’immutato ottimo andamento delle cose. Il pericolo a un siffatto regime che rincoglionisce il popolo proviene dall’effetto della noia sulla gente, una peste pericolosissima al cospetto del divertissement. Infatti, se da un canto c’è una sorta di carboneria la quale ricerca il risveglio sociale con metodi che potremmo definire “terroristici”, dall’altro c’è uno sviluppo della ricerca del divertissement il quale è sfuggito di mano alla scienza ufficiale. Gli Strugatzky, andando più in là nella narrazione, a premessa della chiara spiegazione della natura dello слег (evocato nella mia apertura d’analisi), tengono a evidenziare alcuni concetti nevralgici nella società capitalistica: l’educazione intellettuale degli individui non richiede altro sale che quello sufficiente a inserire l’essere umano nei meccanismi di produzione e consumo. Pertanto questo vuoto automa viene definito dagli autori del romanzo esaminato “homo illitteratus”. In un simile elemento frizza autenticamente soltanto una bestiale libido freudiana2: in lui latita il piacere intellettuale. D’altro lato Gramsci ci rammenta che gli studi classici insegnano a pensare, a ragionare (una forma, oltre che una sostanza). Gli homines illitterati vivono una piattezza mentale, concepiscono il mondo sotto il loro sguardo invariato e invariabile rispetto a così com’è: non esiste qualcosa di diverso nel passato e lontano dal loro naso, l’analfabetismo funzionale costituisce poi un grande loro limite. Nella finzione narrativa si fa menzione del pericolo della tecnica neurostimolatrice mediante onde elettromagnetiche, tema sollevato da qualche, più assennato, scienziato. Si sottolinea che quel rincoglionimento di massa rischia di portare l’uomo fuori della realtà esistenziale vera, imprigionandolo in uno spazio virtuale non positivo. E all’assuefazione in questo stadio “scientifico” di virtualità indotta fa seguito l’introduzione clandestina dello слег. Che cos’è? L’ultima parte del romanzo ce lo spiega bene. Si tratta di una nuova tecnica di immersione della coscienza personale in uno stadio neurostimolativo più intenso. È stato scoperto dagli sciocchi per caso: adopera un paio di aggeggi comuni (manomessi ad hoc) e un prodotto chimico pure comunemente diffuso. Si mettono quattro pasticche di questo in una vasca d’acqua (calda in bagno, perlopiù), se ne ingerisce una, ci si beve sopra un alcolico, e si aziona quell’apparecchio ottenuto indicato testé. Probabilmente, dicono gli Strugatzky ancora, nelle parole di Ivan, il dottor Opir legittimerebbe e sdoganerebbe lo слег, amato e temuto, conosciuto e sottaciuto dalla massa. È infatti esso a causare le misteriose morti ricordate. A questo punto della mia disamina posso ricollegarmi col mio menzionato schema degenerativo e puntualizzare che lo слег è uno strumento e rappresenta una prassi costituenti un medium fra gli estremi dell’edonismo (Brave New World) e dell’interfacciamento neurale. Ovviamente sotto il profilo tecnologico non è all’altezza degli strumenti presenti nei romanzi da me in passato menzionati (ed esaminati), i quali per giunta si trovano in gradini inferiori. Ma noi dobbiamo tenere conto di due cose: 1) la possibilità degenerativa scientifica a tratti; 2) il fatto che il “concetto” di слег (non tanto la sua occasionale tecnologia descritta) rappresenta un ponte, appunto, concettuale fra interfacciamento neurale e edonismo. Lo слег porta a vivere esperienze virtuali, stati della coscienza, in direzione edonistica. Attraverso di esso possiamo abbandonare la tappa delle sex doll, nei miei due primi gradini, intercalando quella nuova dello слег, la nuova terza. L’ultimo cerchio paradisiaco strugatzkyano raffigura un’anticamera dello huxleyano Brave New World. Le analogie di collegamento ci sono. Senza soffermarmi su dettagli, mi basti dire che pure quello di Huxley è un mondo di sciocchi ottimisti, prodotto da articolate manipolazioni personali e collettive3. Altra cosa la quale infine mi ha spinto a inserire lo слег nella mia teoria storica distopica è il richiamo preciso che nel romanzo viene fatto della libido freudiana allorché si evidenzia che tale tecnica libera le pulsioni più animali, più basse, dell’essere umano. Al di là della tangenza immediata huxleyana ho pensato ai successivi gradini sadisti4: la linea concettuale dunque può andare più avanti e dimostrare saldo e pertinente il mio nuovo terzo gradino.
 
 
LA CRONOGRAFIA AGGIORNATA DELLA MIA PSICOSTORIA
 

 

NOTE
 

Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Distopie occidentali”
https://www.academia.edu/101566960/Distopie_occidentali

 
1 A tal riguardo consiglio un approfondimento seguendo il filo conduttore a ritroso, iniziando dal mio saggio Partita a scacchi (2022) e seguendo via via le note di rimando all’indietro.
 
2 Circa questo dettaglio mi sembra utile invitare a leggere, a proposito della libido freudiana, il mio scritto intitolato L’irrazionalismo nevrotico di Kierkegaard e contenuto nella mia monografia Filosofie sadiche (2021).
 
3 A questo romanzo huxleyano ho dedicato un saggio: Il capitalismo impazzito di Aldous Huxley (2015).
 
4 In relazione a questo argomento generale suggerisco un approfondimento sadiano per mezzo di una mia analisi dal titolo La tanatolatria di de Sade la quale si trova all’interno del saggio indicato nella nota 2.