di
DANILO CARUSO
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Ludovico Germanà
[Donazione Germanà,
Biblioteca comunale
di Lercara
Friddi]
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Ludovico
Germanà nacque a Lercara Friddi il 16 dicembre 1872 (alle ore 8,00), da
Gioacchino (n. 1838, un ex garibaldino) e da Isabella Amonelli: venne
battezzato il giorno successivo in casa dall’arciprete Giacomo Paci (padrini
Onofrio e Carmela Amonelli Sarpa).
Studiò
giurisprudenza e divenne avvocato.
Unitosi
in matrimonio con Rosina Nicolosi ebbe nove figli (quattro femmine e cinque maschi,
tra cui il ben noto Gioacchino).
Fu
un esponente politico liberale dell’ala sinistra.
A
Lercara ricoprì la carica di consigliere comunale e di assessore.
Entrò
in consiglio nel 1895 come rappresentante della minoranza avversa ai Sartorio
Scarlata, e infatti il 28 luglio espresse un parere negativo sull’elezione del
sindaco Giuseppe Scarlata, esponente di un gruppo – a suo dire – che non voleva
rimuovere le partigianerie e a cui imputava come conseguenza della propria
condotta i tragici eventi del 24/25 dicembre 1893.
Rimase
all’opposizione sino alle elezioni comunali del 15 ottobre 1911, quando
un’alleanza tra le diverse anime liberali (allora divise) sconfisse lo
schieramento cattolico.
Il
21 ottobre il consiglio comunale elesse il sindaco (Giulio Sartorio) e la
giunta (tra gli assessori Ludovico Germanà).
Nel
1913, poiché si era trasferito a Palermo, rassegnò le dimissioni da assessore
con questa lettera al sindaco.
«Per
ragioni speciali che sono da qualche tempo sorte a ostacolare l’esplicazione
della mia personale attività politica, rassegno le mie dimissioni da assessore
e decisamente fermo nella presa determinazione prego la S. V. Ill.ma a che
voglia degnarsi di farmene prendere atto senz’altro come di competenza.»
Le
quali dimissioni però furono respinte dal consiglio, ma ribadite con un
telegramma.
«Apprendo
sospensione adottata riguardo mie dimissioni, ringrazio delicato pensiero e
dichiaro insistervi.»
Alla
fine furono accolte dal consiglio comunale che nella stessa seduta del 27
aprile 1913 lo rimpiazzò con il consigliere Rosolino Scianna.
Il
22 agosto 1913 per mezzo di una missiva si dimise anche da consigliere
comunale, dimissione che il consiglio discusse il 31 respingendole, ma l’otto
novembre in seguito ad altra lettera le accolse.
«Ill.mo
Signor Sindaco del Comune di Lercara. Ho preso nota dell’atto deferente e
cortese compiuto a mio riguardo dall’on. Consiglio comunale nella tornata del
31 agosto u. s. e per tale atto prego la S. V. Ill.ma perché voglia degnarsi di
rendersi interprete presso il Consiglio medesimo dei sensi di mia doverosa
riconoscenza. Però debbo nel tempo istesso e mio malgrado comunicarle che date
le ragioni cui sono dovute le mie dimissioni, da Assessore prima e da
Consigliere dopo, non posso, né intendo recedere dalla presa determinazione.»
Il
21 giugno 1914 Ludovico Germanà fu candidato al consiglio provinciale di
Palermo, assieme all’altro lercarese Calcedonio Mavaro.
Finita
la prima guerra mondiale aderì allo schieramento di Vittorio Emanuele Orlando
(Unione Nazionale), dopo aver lasciato quello di Eugenio Rossi (Partito
democratico del lavoro): e ritornò a fare il consigliere comunale a Lercara
dopo le elezioni del 12 settembre 1920.
Nella
seduta consiliare del 29 settembre, dall’opposizione, mostrò la disponibilità a
sostenere l’attività amministrativa del sindaco avv. Rosolino Scianna,
sollecitando una maggiore attenzione al settore dell’annona e a quello del
pubblico servizio locale che, a causa dell’indisciplina, non soddisfaceva i cittadini.
Nella
seconda metà del 1921 aderì al fascismo (la sezione fascista lercarese era nata
l’anno prima).
Il
5 agosto 1923 il consiglio comunale, presieduto dal sindaco fascista avv.
Francesco Salerno, dopo essersi riunito si recò a casa del consigliere Germanà,
di cui si era appreso uno stato di malattia, per esprimergli i migliori auguri
di rimettersi in salute quanto prima.
Tempo
dopo si ebbe notizia della gravità del male, e il consiglio comunale rinnovò
anche a nome del paese gli auguri.
Ludovico
Germanà morì il 13 maggio 1925.
Il
24 giugno 1925 il commissario prefettizio al comune di Lercara, Francesco
Matranga, dietro richiesta di molti, data la ventennale partecipazione del
Germanà nel novero dei consiglieri comunali, determinò di intestargli l’allora
via Friddi (attuale via Ludovico Germanà).