di DANILO CARUSO
La storia della musica ha vissuto nella sua lunga vita momenti intensi di partecipazione alle vicende umane e sociali. Lo spirito trasmesso da note e parole ha acceso nei tempi gli animi degli uomini sostenendoli e incitandoli nel loro tendere verso la libertà e il progresso.
Pensiamo all’“Inno alla gioia” di Schiller e Beethoven (ora inno ufficiale dell’Unione europea), alla “Marsigliese”, alla marcia peronista (“Los muchachos peronistas”), al significato simbolico e allegorico di certa produzione verdiana nel periodo risorgimentale. Questo valore della creazione musicale si rinnova con vigore nell’opera del Maestro Giuseppe La Rosa, docente al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo.
La sua attività di composizione – che contempla più di 200 titoli di vario genere (per solisti, coro e orchestra, etc.) – ha previsto un ciclo di opere civili legate da un progressivo filo conduttore che celebrasse la grandezza dell’umanità nella sua specifica esperienza storica siciliana (senza tuttavia trascurare il complesso nazionale in cui questa si inserisce e di cui è parte fondamentale: basti ricordare “Per Sempre Eroi”, rivolto a quelli italiani). Questo suo lavoro di promozione della Sicilia, di consistente valenza, si alimenta di varie idee e si sostanzia in determinate tappe, le 14 di questa serie: “Inno di Sicilia”, “Per Sempre Eroi”, “Eroi di Sicilia”, “Vespri siciliani”, “C’è chi dice sì… (per una Sicilia onesta)”, “Lottiamo per la Libertà”, “Gli angeli di Sicilia”, “Sicilia libera”, “Le meraviglie di Sicilia”, “Un futuro c’è… (anche in Sicilia)”, “Siciliani nel mondo”, “Sicilia natura viva”, “La Sicilia può cambiare”, “Sogno siciliano: rifiuti zero”.
Al loro centro si pongono i sacrifici di grandi uomini come Padre Pino Puglisi, Libero Grassi, Falcone e Borsellino. In relazione a questi ultimi due la rievocazione della rivolta del vespro si trasfigura in protesta e lotta contro la sopraffazione e l’ingiustizia. Vengono commemorati ed esaltati tanti altri: Peppino Impastato, Norman Zarcone, etc.
Il pezzo che apre questo ciclo musicale civile canta la chiara essenza di fondo dell’Isola, a cui difesa ne “La Sicilia può cambiare” La Rosa rammenta e cristallizza il severissimo monito di Giovanni Paolo II pronunziato nella sua visita ad Agrigento durante la primavera del 1993. Il desiderio di miglioramento è continuamente ravvivato partendo pure da evocazioni mitologiche classiche (Demetra che regola la natura naturans e produce ricchezza) e da connotazioni materiali (le bellezze artistiche e paesaggistiche isolane), o traendo spunto dall’impegno sociale o di studio (Biagio Conte e la sua missione, Antonino Zichichi, Charles DeLisi e così via).
Il creatore di queste composizioni, che è di Lercara Friddi, coglie idealmente l’offerta storico-monumentale del suo paese, che fu inoltre di Andrea Finocchiaro Aprile e Gioacchino Germanà, e il cui sito archeologico di Colle Madore era stato sede nell’antichità del finto taphos di Minossecollegato a un tempio di Afrodite (che come Demetra poteva presiedere alla produttività naturale). La rivendicazione della specificità siciliana è saggiamente attuata nel rispetto della superiore unità italiana per trasmettere un messaggio universale di carità, fratellanza e pace: «La storia che fa trionfare l’amor ci apre gli occhi e ci fa sperar!» (da “La Sicilia può cambiare”).
Una musica, la sua, che – come sostiene Schopenhauer – diventa veicolo di trasporto e di rapimento nella verità, un tentativo di voler illustrare a scopo pedagogico una vichiana storia ideale eterna perché si realizzi.
Il Maestro La Rosa, seguace dei metodi d’insegnamento di Abreu, Dalcroze, Orff, ha coniugato alla sua ricca e apprezzata produzione (sue pubblicazioni con l’Eridania di Mantova) l’elaborazione di un proprio metodo eclettico – LIM, live informal music – alla cui diffusione si dedica. Qui lo studente parte sin dall’inizio con la pratica maneggiando strumenti facili a suonarsi, prassi accompagnata da esercizi di canto, d’improvvisazione compositiva, e di ritmica attraverso precisati movimenti del corpo che favoriscano l’acquisizione di una consapevolezza.
Sono usati brani da lui scritti ad hoc (o in sostituzione dagli stessi allievi). L’apprendimento tradizionale può essere parallelo o successivo a questo corso.