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giovedì 1 ottobre 2020

RELIGIO E INTERNET

di DANILO CARUSO
 
Religione: se per crederci ci vuole fede non appare poi così tanto credibile e degna di fiducia. Si rivela roba per ignoranti e nevrotici? Marx e Freud dicono di sì. Infatti vanno a braccetto nel pensiero filosofico-politico di alcuni studiosi. La catechistica educazione infantile delle religioni su miliardi di persone appare guastare sin da tenera età la capacità di mantenere un corretto e obiettivo punto di vista su ogni specifico credo religioso. Non è facile liberarsi da un mondo mitologico concepito come verità assoluta sin da bambini laddove non intervenga l’ingresso chiarificatore di scientifiche conoscenze storiche. Purtroppo potrebbe non bastare solo questo: se si rimediasse all’ignoranza potrebbe rimanere una forma di attaccamento a qualcosa di rassicurante la quale possiede più che altro connotazione nevrotica. Sono due i livelli di ostacolo possibili all’orizzonte della diffusione di notizie frutto di una ricerca seria sull’origine, lo sviluppo e la sostanza delle fedi. Oggigiorno internet ha consentito la circolazione di una enorme mole informativa tale da consentire la documentazione personale su moltissimi argomenti in modo abbastanza facile. Così per le religioni. Ma molti al posto di approfondire e studiare preferiscono “credere” restando prigionieri di idee delle quali conoscono perlopiù una versione infantilistica e fiabesca strutturata col personale idealismo. Di fatto della storia “vera” di una data religione molti non sembrano avere conoscenza. Questa ne invaliderebbe la credibilità, pertanto gli ignoranti non si documentano e i nevrotici si arrampicano sugli specchi teologici. Nel momento in cui si esaminano le religioni si scopre che esse rappresentano un prodotto culturale di una data epoca. Quella letteratura poi viene ripresa in periodi posteriori e a volte riadattata con alchimie concettuali ed ermeneutiche estranee agli originali. Simili operazioni hanno due opzioni: il semplicistico catechismo, veicolante un emendato moderno contenuto (più presentabile a una progredita società), e la teologia che ricama “interpretazioni”. La verità è che non c’è niente da interpretare se non la contestualità storica di un dato patrimonio religioso. Però comunemente, al pari di “Fahrenheit 451”, i più guardano le figure odierne, e di cosa sia accaduto nei fatti in passato non hanno idea alcuna. Ai nostri tempi la globalizzazione dell’informazione e dei contatti umani lascia la speranza futura che possa emergere sempre meglio l’evidenza del reale in materia di religioni. Queste verificate storicamente con metodi analitici scientifici dimostrano di non possedere nulla di divinamente ispirato, ma soltanto di essere un insieme di idee relative a un determinato contesto spaziotemporale. Ridipingerle è una tecnica che non giova alla crescita dell’umanità. Prendiamo ad esempio il Cristianesimo medievale: mille anni in cui il progresso medico-scientifico è stato bloccato, giacché Aristotele, Ippocrate e Galeno avevano spiegato tutto quanto c’era da sapere; tra l’altro le malattie erano punizione divina e si curavano magari aspettando un miracolo, poiché non si poteva ostacolare la volontà di Dio. L’Occidente, che è cristiano da quasi due millenni, ha sprecato più di metà del suo tempo a “credere” piuttosto che a “rimediare” con l’ausilio delle varie scienze. A causa di una religione potremmo ipotizzare di avere uno sviluppo tecnologico e conoscenze mediche indietro di almeno mille anni. In teoria l’attuale progresso potrebbe esserci già stato nell’ottavo secolo. Ma chi non studia bene e sul serio non sa nemmeno come fosse il mondo cento anni fa. Figuriamoci molto più a ritroso. Voglio ricordare a titolo di ulteriore chiarimento del tema affrontato come Jung avesse criticato l’evangelico bipolarismo teologico “Bene/Male” avente pesantissime ricadute a livello psicologico e antropologico. La possibilità-del-male non richiede la sua necessaria attuazione da parte dell’uomo, ma rimane la garanzia ontologica della sua piena libertà. Avere scisso i due piani produce uno strappo nella psiche singola, dove una dimensione di autonomia viene trasformata in un complesso negativo: un inesistente, nella realtà esteriore, Dio-del-Male. La “guerra contro il Maligno” è una nevrosi. D’altro canto anche il “Dio trinitario / Gesù Cristo” si contrappone quale nevrosi. Da tali contrapposizioni radicali sono scaturiti il Nuovo Testamento e il Cristianesimo (nella sua versione istituzionalizzata, la Chiesa, il più illiberale dei fenomeni sociopolitici passati nella storia occidentale, a detta di Simone Weil).
 
 
NOTA

Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Percorsi critici”
https://www.academia.edu/44476394/Percorsi_critici