favola scritta da DANILO CARUSO
In un tempo antichissimo non vigeva l’attuale ordine naturale, l’uomo non aveva affermato il suo dominio sugli animali e sulle forze della natura, anzi era l’asino (oggi simbolo d’ignoranza), dotato persino di parola e della capacità di scrivere, ad aver instaurato il primo ordine sociale.
Gli uomini erano litigiosi fra di loro e diffidenti: ne approfittarono gli asini che coalizzandosi istituirono una dittatura.
Da questa alleanza nacque il famoso detto asinus asinum fricat (l’asino si “strica” con l’asino), che conserva nel linguaggio la memoria di quel primordiale evento.
Gli asini capirono che nella loro società l’unico collante poteva essere la solidarietà (di specie) e non ebbero difficoltà a nominare un Senato.
Farne parte era per ognuno di loro un sogno; tant’è che uno disse: «È più facile che un uomo voli che entrarvi!».
Infatti chi aspirava alla suprema magistratura doveva essere un asino con tutti i sacramenti: una scelta sbagliata poteva dar adito ad un sovvertimento sociale e portare l’uomo al potere qualora avesse messo da parte il suo istinto egoistico.
Ma gli asini impararono dagli uomini solo i peggiori difetti: l’uno voleva predominare sull’altro.
Scoppiò la guerra civile (bellum asininum) combattuta da due fazioni.
Nessuno badava più alla pulizia ed all’ordine.
Tutto era un immondezzaio, non si ebbe rispetto neanche per l’Asineo, vecchia sede della dittatura.
Qualche asino pensò di spostare rifiuti e macerie della guerra nella zona degli uomini, nella speranza anche di intossicarli e sterminarli per sempre.
Gli uomini però capirono che se avessero solidarizzato come gli asini ne avrebbero preso il posto, e così fecero.
Si unirono, diedero fuoco ai rifiuti ed il fumo tossico bruciò la facoltà di quelli di parlare, rimasero in grado di emettere solo un raglio.
Non potendo più comprendersi rimasero disuniti.
La società precedente fu sostituita da quella degli uomini, ma per una questione di accortezza questi non riportarono mai nei codici ed in altri scritti la storia della tirannia degli asini, che il Signore aveva creato per portare i pesi.
Da allora si dice che i ragli degli asini non giungono in cielo…
Gli uomini erano litigiosi fra di loro e diffidenti: ne approfittarono gli asini che coalizzandosi istituirono una dittatura.
Da questa alleanza nacque il famoso detto asinus asinum fricat (l’asino si “strica” con l’asino), che conserva nel linguaggio la memoria di quel primordiale evento.
Gli asini capirono che nella loro società l’unico collante poteva essere la solidarietà (di specie) e non ebbero difficoltà a nominare un Senato.
Farne parte era per ognuno di loro un sogno; tant’è che uno disse: «È più facile che un uomo voli che entrarvi!».
Infatti chi aspirava alla suprema magistratura doveva essere un asino con tutti i sacramenti: una scelta sbagliata poteva dar adito ad un sovvertimento sociale e portare l’uomo al potere qualora avesse messo da parte il suo istinto egoistico.
Ma gli asini impararono dagli uomini solo i peggiori difetti: l’uno voleva predominare sull’altro.
Scoppiò la guerra civile (bellum asininum) combattuta da due fazioni.
Nessuno badava più alla pulizia ed all’ordine.
Tutto era un immondezzaio, non si ebbe rispetto neanche per l’Asineo, vecchia sede della dittatura.
Qualche asino pensò di spostare rifiuti e macerie della guerra nella zona degli uomini, nella speranza anche di intossicarli e sterminarli per sempre.
Gli uomini però capirono che se avessero solidarizzato come gli asini ne avrebbero preso il posto, e così fecero.
Si unirono, diedero fuoco ai rifiuti ed il fumo tossico bruciò la facoltà di quelli di parlare, rimasero in grado di emettere solo un raglio.
Non potendo più comprendersi rimasero disuniti.
La società precedente fu sostituita da quella degli uomini, ma per una questione di accortezza questi non riportarono mai nei codici ed in altri scritti la storia della tirannia degli asini, che il Signore aveva creato per portare i pesi.
Da allora si dice che i ragli degli asini non giungono in cielo…