Nella mia ricerca dei Caruso che si sono distinti nella storia e nel mondo intellettuale ho avuto la ventura di rintracciare questo sonetto della poetessa Anna Rosalia, di cui purtroppo si sconosce la biografia.
Il componimento fu riportato la prima volta in una piccola pubblicazione di pochissimo posteriore alla vittoria di Austriaci e Polacchi nel 1683 contro l’esercito ottomano che assediava Vienna (vittoria che fermò l’espansionismo turco in Europa).
Comparve tra le “Poesie de’ Signori Accademici Infecondi di Roma, per le felicissime Vittorie riportate dalle Armi Cristiane contro la Potenza Ottomana nella gloriosa difesa dell’Augusta Imperial Città di Vienna l’Anno 1683. Consacrate alla Sacra Maestà Cesarea dell’Imperatrice Eleonora”.
Era consuetudine in tale accademia romana riunirsi settimanalmente in cenacoli poetici, pertanto non è da escludere che questa poetessa Caruso fosse vissuta nell’Urbe.
Il sonetto fu poi incluso nella raccolta di “Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d’ogni secolo (1726)” della letterata Luisa Bergalli (1703-1779).
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Luisa Bergalli |
Vienna difesa contro gli Ottomani
Cesare, tu vincesti, omai dappresso
fuggì il campo Agareno e più non torna;
trema la luna, e l’argentate corna
d’orrori avvolge all’oriente appresso.
Il superbo visir vinto ed oppresso
del Bosforo alle sponde ecco ritorna,
ma la gloria che in te soggiorna
è tra le glorie tue vincer te stesso.
T’opprime il tradimento, e allor che morta
la tua pietà credea l’Unghero rio,
di cristiana virtù segui la scorta;
e per serbarti il titolo pio,
l’aquila tua real s’innalza e porta
a te gli allori e le saette a Dio.