di DANILO CARUSO
Nicolò Nicolosi nacque a Lercara Friddi il 9 agosto 1912. Si formò calcisticamente presso le squadre giovanili della Lazio. Dalla Lazio, dove giocò due partite in serie A segnando due goal nei campionati 1930-31 e 1931-32, andò in serie C al Catania a partire dal 1932-33. In questo torneo il Catania si classificò quinto. Nel seguente del 1933-34 la formazione fu promossa in serie B, e nel 1934-35 lottò sino alla fine per la serie A contendendola al Genoa. Nell’incontro diretto, nella terzultima partita del girone di ritorno, gli Etnei conducevano alla ripresa per 2-0 (goal di Nicolosi), al termine il Genoa pareggiò sembra agevolato dagli stessi Catanesi che vollero evitare la A per questioni di bilancio. Nel 1936-37 il Catania della stella Nicolosi (noto col vezzeggiativo di “Cocò”) retrocesse in C. Dopo un mini girone di spareggi con Messina, Venezia e Vercelli, in cui tutte le squadre si erano accordate per fare gli stessi punti allo scopo di indurre la Lega calcio a non far retrocedere nessuno, la società rossoazzurra aveva lasciato liberi i giocatori per le ferie. Ma furono disposti nuovi spareggi e al Catania finì male. “Cocò” Nicolosi, che con gli Etnei aveva conseguito 56 marcature in 105 partite, disputò i due successivi tornei rispettivamente nel Napoli (serie A, 9 presenze e 2 goal) e nell’Atalanta (serie B, 23 presenze e 7 goal). Le sue segnature con i Bergamaschi gli guadagnarono una convocazione nella nazionale universitaria. Ritornò al Catania, che aveva riconquistato la B, nel 1939-40 (totalizzando 23 presenze e 3 goal). A causa della guerra la compagine catanese era posta in campionati di serie C. Successivamente giocò singole stagioni nell’Atalanta (serie A, 5 presenze e 1 goal), nel Vigevano, nel Saronno, nel Rovigo e nella Frattese. Nicolosi fece ritorno definitivamente nella squadra etnea nel 1946-47 concludendovi la carriera di giocatore nel 1948-49, campionato in cui fu ottenuta una promozione in B a tavolino dopo lo spareggio perso sul campo con l’Avellino: con un escamotage, di cui lo stesso Nicolosi con un altro calciatore rossoazzurro fu protagonista, in una birreria catanese si riuscì a far rivelare a un giocatore avellinese notizie di illeciti a carico della sua società sportiva mentre rappresentanti delle forze dell’ordine nascosti ascoltavano. “Cocò” Nicolosi proseguì la sua carriera nel mondo del calcio come allenatore: già nel 1947-48 da calciatore era subentrato a Giovanni Degni nella guida tecnica del Catania classificatosi poi primo in serie C. Allenò varie squadre: il Ragusa, nel 1951-52 tra i dilettanti vincendo il campionato; l’Acireale nel 1955-56, nella promozione siciliana, gli subentrò Jozsef Banas; la Salernitana, nel 1958-59, 18ma nel girone B di serie C; l’Enna, vincendo il torneo di 1a divisione; il Pisa; il Modica; il Gela. Ridivenne allenatore del Catania un’ultima volta nel 1957-58 in B (fu il terzo di quattro in quell’annata). Si occupò in seguito del settore giovanile della società rossoazzurra per più di un decennio. “Cocò” Nicolosi morì a Catania il 3 maggio 1986.
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