di DANILO CARUSO
“Numeri
innamorati” è un dipinto futurista della prima metà degli anni ’20 (l’anno
preciso non è accertato). Giacomo Balla vi ha rappresentato dei numeri in un
contesto che appare particolare poiché a una serie estratta dalla sequenza di
Fibonacci (3, 5, 8) si aggiunge un 4 il quale pare un intruso, in quanto
estraneo a questo criterio di preferenza.
L’impressione,
in effetti, non è sbagliata: tale 4 non fa parte della serie di Fibonacci, e la
sua collocazione in alto a destra lo conferma, soprattutto se notiamo che 3, 5
e 8 sono posti in linea sulla sinistra.
Il 4
si distacca da essi anche sotto il profilo del colore (più di nero in questo
che negli altri).
La
chiave di interpretazione che ipotizzo scaturisce dalla lettura e dallo studio
che ho fatto del romanzo “Noi” di Evgenij Zamjatin1.
In
tale opera distopica, nella sua sezione denominata annotazione 12a, viene riportata una quartina di sonetto
del poeta R-13, il quale, nell’ottica del mio saggio, ho definito un
filofichtiano.
La
traduzione in italiano di quei versi è la seguente.
Per sempre innamorati 2x2
per sempre uniti nell’appassionato 4
i più ardenti amanti nel mondo
gli indivisibili 2x2
Mi ha
colpito quel 4 che ho rivisto nella tela di Balla, un poco in veste di pecora nera.
La
serie di coincidenze con i risultati della mia analisi letteraria prosegue
mettendo in evidenza i possibili significati di quegli altri numeri di
Fibonacci.
Oltre
a suggerire di leggere il mio citato lavoro critico sul testo zamjatiniano (al
pari naturalmente del romanzo), qui debbo ricordare di aver qualificato il
protagonista maschile di “Noi”, D-503, un filohegeliano.
Ciò è
molto importante perché come è noto la sequenza di Fibonacci graficamente dà
origine a una spirale, e a una spirale è altrettanto noto il fatto che sia
paragonata la logica hegeliana.
La
progressione di Fibonacci è molto hegeliana: il primo numero della serie,
l’uno, pone se stesso come l’Assoluto.
Da qui
comincia la sequenza di somma-sintesi: niente più uno, 1+1= 2, 1+2=3, 2+3=5,
etc., in cui gli addendi rappresentano tesi e antitesi.
R-13
e D-503 nel romanzo hanno un confronto il cui tema ho spiegato essere il cattivo infinito, respinto
dall’idealismo hegeliano e presente in quello di Fichte.
La scena
di Balla sembra riproporre detto momento narrativo e i suoi contenuti
filosofici.
Non
dobbiamo inoltre trascurare che i cittadini dello “Stato Unico” zamjatiniano,
in cui vivono R-13 e D-503, vengono chiamati “numeri”: il termine ritorna nel
titolo di Balla, allo stesso modo dell’innamoramento
(si veda non solo la quartina di R-13).
Il 4
di Balla rappresenterebbe la poesia di R-13 (2x2=4) e il suo autore (1+3=4),
nonché la sua posizione di distacco dalla dialettica hegeliana dell’Assoluto, a
sua volta potenzialmente visibile nei numeri di Fibonacci 3, 5 e 8.
In
più 3 e 5 paiono evocare la coppia dei protagonisti zamjatiniani: I-330 e
D-503, la cui relazione è per sempre unita nell’appassionato 8 (di Fibonacci) antitetico all’asimmetrico 4.
3 e 5
sembrano nomignoli.
Nel quadro,
ancora ci sono il verde, che sa di “Muro Verde” (la cinta separante la città
dalla natura), e un dorato, che nel romanzo ritorna varie volte, come colori
caratteristici dello “Stato Unico”.
Se i significati
che ipotizzo hanno avuto un canale di affluenza, questo è molto probabile che
sia stato costituito dai costruttivisti russi negli anni di realizzazione
dell’opera pittorica in esame (il testo originale di “Noi” girava fuori del
mondo sovietico negli ambienti russofoni).
Un
contatto che, per quanto ci interessa, raggiunse l’apice con l’esposizione
parigina d’arte del 1925.
I
collegamenti fra Balla e la cultura russa sono abbastanza remoti: alla fine del
primo decennio del ’900 espose delle sue tele in Russia.
E non
è il caso di trascurare le più ampie relazioni tra il Futurismo italiano e gli
artisti russi simpatizzanti: dalla pittura alla letteratura questi ultimi
ebbero con il primo un intenso rapporto non sempre di condivisione delle
vedute.
Poi
Balla fu pure scenografo nel 1916-17 dell’opera di Stravinskij “Fuochi
d’artificio” (Roma, 12 aprile 1917).
Il
mio ragionamento così costruito mi ha spinto a prendere in considerazione un
secondo dipinto di Balla: “LTi” (riconducibile al medesimo periodo dei “Numeri
innamorati”).
Pure
lì compare il 4 di R-13 accompagnato da un 2.
Nelle
lettere l’impressione suscitatami è che il suddetto confronto fra R-13 e D-503,
il quale nella 8a nota dell’opera di Zamjatin coinvolge O-90, abbia,
con tutto quest’altro contesto di “LTi”, una diversa riproposizione (l’azzurro
rievoca quello degli occhi di O-90).
R-13
fruisce dell’opportunità di essere partner sessuale di O-90, e nelle lettere e
nei segni di interiezione del quadro (L, T, i, ?, !) parrebbe di sentire una sensazione di
perplessità interiore proveniente da D-503 il quale fa presente a R-13 tale
triangolo (v. la citata annotazione 8a): «Lei, tu e io?!».
Non è
da escludere che “Noi”, opera critica verso il comunismo sovietico, grazie
all’eco avuta negli ambienti culturali europei attenti alle novità artistiche e
ai cambiamenti storici, abbia avuto una possibile attenzione del fascista
Balla.
È
ovvio che tutto l’insieme delle mie ipotesi rimanga, in tal guisa, fermo nel
campo delle probabilità da verificare, se ce ne fosse modo, meglio: se tutta la
riflessione elaborata non partisse da elementi intenzionali messi da Balla, che
tuttavia (intenzionali o meno) più d’uno si offrono, la mia interpretazione
rimarrebbe pregiudiziale, e il rilevamento di quelli si ridurrebbe a
conseguenza di un grazioso scherzo della casualità.
Ciò
nonostante credo pertinente sottolineare alcuni aspetti generali a sostegno
delle mie ipotesi, le quali non vogliono sembrare fantasiose.
Nella
pittura di Balla è caratteristico un movimento dinamico, nella
rappresentazione, il quale si protende all’infinito; movimento che assorbe e
disintegra l’oggetto, e diviene soggetto dell’immagine: questo, in ambito
estetico futurista, rammenta la dialettica fichtiana (e il cattivo infinito), dove anche là un movimento pratico dell’Io verso
il non-Io ambiva a sottomettere l’oggetto a un dinamico soggetto.
Sia
in Fichte che nel Futurismo gioca un ruolo importante l’idea di progresso.
NOTE
Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Note di studio (2016)”
https://www.academia.edu/27249051/Note_di_studio
NOTE
Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Note di studio (2016)”
https://www.academia.edu/27249051/Note_di_studio
1 Si
veda la monografia: “Danilo Caruso, L’antipanlogismo di Evgenij Zamjatin (2015)”.