di
DANILO CARUSO
In
materia di psicologia sono d’indirizzo junghiano, e mi sono interessato delle
riflessioni dello studioso svizzero a proposito dell’astrologia e dei tarocchi.
Mi chiedevo come una persona di scienza così raffinata e così profonda quale
Jung potesse dargli credito. Privo di spirito pregiudiziale, dunque ho
approfondito la prima branca, portando comunque con me una certa iniziale
diffidenza dovuta a quella mentalità scientifica d’ispirazione matematica che
noi abbiamo. Dato il fatto che avevo condotto delle trattazioni critiche
letterarie su Sylvia Plath di matrice junghiana, volli studiare il tema natale
della celeberrima scrittrice (una cosa che si ottiene osservando la
configurazione astrale nel momento della nascita). Naturalmente Jung non
sostiene che il destino sia scritto nelle stelle; dobbiamo immaginare il mondo,
in cui ogni essere vivente entra, come un sistema di assi cartesiani
tridimensionale: conoscendo la posizione di quell’ingresso, noi possiamo
stabilire gli elementi circostanti che possono condizionare il soggetto
entrato. In un simile modo Jung spiegava che esiste un meccanismo di
corrispondenze tra fattori e posizioni astrali. Il mio stupore raggiunse una
sensazione di sconcerto nel notare che quel tema natale esaminato in maniera
generica portava a delle formulazioni perfettamente inerenti alla vita della
Plath (nelle spiegazioni generiche che lessi su alcuni manuali per quelle
situazioni astrali di lei, si trovava anche un riferimento esplicito al
suicidio). A causa di ciò puntualizzo che non farò mai l’esame di un tema
natale di una persona vivente (non mi è parso un gioco né una cosa tanto
bella). Spiegherò meglio la difficile obiettività dell’astrologia, e dunque
come Jung non avvalorasse qualcosa di fantasioso. L’elaborazione del tema
natale (l’oroscopo del giorno di nascita, indicativo di tutta la vita) richiede
dei dati precisi: le coordinate geografiche del luogo natio, l’ora e la data di
nascita. Ciò perché è importante conoscere con esattezza il punto d’ingresso
nel mondo fenomenico, e di conseguenza poter avere la corrispondente immagine
del cielo da quel punto di vista in quel determinato momento. Faccio un esempio
concreto. L’ammiraglio Henry Maston Mullinnix e lo scenografo Russell Gausman sono
nati entrambi il 4 luglio 1892, ma uno a Spencer, l’altro a Saint Louis (città
statunitensi vicine). Il che comporta configurazioni astrali (le quali sono una
proiezione simbolica di valori non là residenti) leggermente differenti, anche
se molto simili. Neanche se fossero nati nello stesso posto, allo stesso
momento, la cosa comporterebbe un destino (lo sfondo esistenziale delle
prospettive di vita) analogo nella sostanza. Nessuno nasce contemporaneamente a
un altro nel medesimo punto (i gemelli escono uno dopo l’altro). Ognuno perciò
è differenziato, e generalmente i teatri di vita sono diversi (come visto nel
caso dell’ammiraglio e dello scenografo). Persone che hanno un tema natale
simile, hanno attribuito soltanto un canovaccio esistenziale: sarà
l’interazione tra il soggetto e il suo ambiente a svilupparlo in una maniera
unica. Ciascuno rimane libero di poter scegliere quei “futuri contingenti” che
a lui si offrono. Quindi non tutti i nati nel medesimo luogo all’identica ora
avranno un destino o una vita, nella sostanza, uguali. È pertanto estremamente
difficile per qualcuno inesperto, di scarsa intuizione, redigere un oroscopo: è
un’operazione quasi impossibile elaborare delle previsioni azzeccate. Io credo
che ciò sia fattibile solo da esperti in possesso di una forte natura
intuitiva. La capacità di entrare in contatto con l’inconscio collettivo, in
generale, deriva da una delle quattro facoltà umane: l’intuizione (le altre,
per Jung, sono la ragione, il sentimento, la percezione). Tale capacità è molto
potenziale nelle donne (mi viene in mente la lewisiana Jane Studdock): si pensi
al sacerdozio femminile antico, alle pizie, alla ierodulia. L’alterazione dello
stato di normale percezione può proiettare
al di là del mondo fenomenico. A posteriori non risulta complicato ricavare un
quadro chiaro dal tema natale. Però non serve a niente, se non altro a
dimostrare la validità operativa e scientifica (conoscitiva) dell’astrologia.
Penso allora che la migliore cosa da farsi sia seguire il consiglio di Orazio a
Leuconoe, e non curarsi degli oroscopi, i quali potrebbero trasformarsi in una
mania nevrotica o in un passatempo di cui non si è compresa la natura. In
passato medicina e astrologia andavano a braccetto, in funzione di una migliore
prevenzione sanitaria. Le corti europee abbondavano di tali figure di medici
astrologi. Gli stessi Magi (maghi) evangelici sono degli astrologi, e la
nascita di Cristo descritta ha una notevole cornice astrologica. Questo per
dire dell’astrologia. Jung si occupò pure dei tarocchi (spiegandone una
validità in virtù dello stesso meccanismo di coincidenze). Tuttavia parlando
dei tarocchi chiarì che quelli di Marsiglia fossero quelli efficaci. I tarocchi
di Marsiglia appaiono molto junghiani sotto il profilo iconico (hanno richiami
archetipici). Nello studio delle possibilità di significato di tali simboli è
utilissima la psicologia analitica di Jung, il quale ha affrontato questo
aspetto di significazione (rapporto “archetipo – immagine simbolica”). E pure nel
caso dei tarocchi non si può prescindere dal suo concetto di “sincronicità”. La
collaborazione fra Jung e il fisico Pauli rappresenta una testimonianza che
argomenti simili possono essere affrontati con uno spirito scientifico
convenzionale, privo però di pregiudiziali. È possibile verificare a posteriori
le coincidenze tra simbolo o intuizione, da un lato, e realtà, dall’altro: la
verifica è il più classico dei metodi della scienza occidentale. Noi sappiamo
che nessuno si deve abbandonare alle credenze nella magia per fede, sarebbe
molto stupido: questa rimane un campo di studio sociopsicologico, e ritengo che
Jung abbia sostenuto cose sensate, non sempre comprese.
NOTA
Questo scritto è un estratto del mio saggio “Percorsi di analisi umanistiche (2018)”.
http://www.academia.edu/37182356/Percorsi_di_analisi_umanistiche
http://www.academia.edu/37182356/Percorsi_di_analisi_umanistiche