di DANILO CARUSO
Dalla lettura del romanzo dei
fratelli Strugatzki intitolato “È difficile essere un dio” ho ricavato utili
spunti di riflessione riguardo alla mia teoria sulla migrazione interplanetaria
umana che sarebbe alla base della nostra presenza sul pianeta1.
Innanzitutto, non dimenticando naturalmente che quello è un’opera di
fantascienza, si parla di altri esseri umani su altri pianeti: idea che in fin
dei conti è di Giordano Bruno, il quale sembra, secondo me, avesse intuito o
scoperto a proposito qualcosa di rilevante. Nel testo degli scrittori russi si
racconta della vita di un pianeta alieno in un dato momento della sua storia,
dove, un gruppo di terrestri in incognito, provenienti da una Terra pacificata
e ordinata, ha il compito di monitorare la linea di sviluppo sociale
assecondandola in conformità alla teleologia storica marxiana. In quel pianeta
lontano tali osservatori si ritrovano immersi in un tetro clima medievale
dominato dagli aspetti deteriori della religione e della politica: gli
intellettuali vengono perseguitati e uccisi, giacché ritenuti pericolosissimi
agli occhi di chi detiene il potere di controllo sulla massa. La cosa che qui
mi ha colpito è che simile Medioevo alieno sia sostanzialmente uguale a quello
terrestre: vi si ritrovano un nevrotico primato della religione monoteistica,
scarsa cura dell’igiene personale, avversione alla scienza. Allora ho provato a
immaginare una situazione inversa rispetto al nostro pianeta: cioè se degli
osservatori, provenienti come noi da altrove, potessero essersi infiltrati
nella società terrestre intervenendo talvolta per migliorarne lo sviluppo. Ho
dunque elaborato una seconda parte della mia teoria migratoria umana spaziale
dove si ipotizza che il progresso tecnologico possa essere anche merito di un
ingresso di informazioni (e altro) in materia da parte di “osservatori”. Se in
un primo momento l’idea potrà sembrare strana, a ben guardare, invece, essa
potrebbe rispondere a un quesito non meno disorientante: perché sulla Terra il
progresso sociale e scientifico a parità di tempo è stato geograficamente
difforme? Ad esempio: tra civiltà precolombiane ed Europei c’era un millennio
di differenza almeno. Perché tutta la scienza moderna ha avuto una radice
precipuamente europea, a partire dalla filosofia antica? E se tra gli
avvistamenti di UFO registrati nel corso della storia ci fossero veicoli degli
“osservatori”? Io ipotizzo, come ho già spiegato in passato, che Marte e
Venere, e la fascia degli asteroidi (pianeta per me andato distrutto), fossero
stati abitati, e che la causa di questa rovina sia da rintracciarsi nei lati
negativi di una industrializzazione capitalistica (la quale produce
inquinamento ambientale e guerre). Forse siamo rimasti isolati nel nostro
pianetino. Io immagino noi come i precolombiani, ignoranti dell’esistenza di
altre civiltà umane nell’universo: come a costoro gli Europei appena giunti
parvero esseri mitologici (addirittura li immaginarono Dei e videro gli uomini
a cavallo come un unico essere), anche a voi le mie idee sembrerebbero
fantascienza per mancanza di riflessione. Ma ricordo, quale exemplum, che un
aereo, normalissimo oggi, poteva qualificarsi fantascientifico mille anni fa.
Gli Strugatzki denominano simili osservatori del loro romanzo, in termini
metaforici consapevoli agli osservatori medesimi, Dei. In tale dettaglio ho
ritrovato una analogia con un altro mio discorso presentato in passato riguardo
al capitalismo2, laddove ho definito gli uomini detentori del potere
politico/religioso durante la storia false divinità ingannatrici al cospetto di
folle terrestri ingenue e ignoranti. Sembra dunque emergere da tutto questo
insieme un conflitto: da un lato l’attivismo capitalistico e il suo impianto di
controllo criticato da Marcuse e altri, accompagnato da connotazioni religiose
variamente interpretate da Marx e Weber (per me il capitalismo terrestre ha
radice nell’attivismo ebraico veterotestamentario3); dall’altro un
progressismo umanistico che ha difficoltà a prendere campo. Non pochi
intellettuali, di ambo i sessi, nella società occidentale cristiana dei secoli
scorsi sono stati perseguitati con motivazioni che oggi sembrano assurde.
Appare abbastanza evidente che le religioni monoteistiche caratterizzano in
abstracto modelli sociali totalitari, in funzione pure sovrastrutturale
rispetto al sistema politico dominante. Demistificare tale mix “nevrotico
attivistico / ipocrita ingannatore” si rivelerebbe pertanto il compito dei
progressisti, inclusi gli “osservatori”. Tornando, per un cenno, al tema della
migrazione interplanetaria credo che in alcune testimonianze culturali se ne
possa trovare traccia, cercando tra le pagine più antiche a livello di memoria
mitica. Voglio ricordare due celebri vicende: la distruzione di Atlantide e il
diluvio universale. Secondo me l’al-di-là-delle-colonne-d’Ercole potrebbe
intendersi in senso verticale, nel senso di un l’al-di-là-del-cielo che in
Platone viene contemplato e che è l’iperuranio, concepito pieno d’acqua e dove
navigano gli astri (sulla base della cosmologia vicino-orientale antica).
Quindi niente di strano che l’arca di Noè, con lo sterminio di una popolazione
mondiale, possa adombrare una migrazione spazial-acquatica interplanetaria alla
ricerca di un nuovo pianeta da abitare in seguito a un catastrofico evento
globale. Nel “De l’infinito, universo e mondi”, Giordano Bruno dice «esser un
infinito, cioè una eterea regione inmensa, nella quale sono innumerabili ed
infiniti corpi, come la terra, la luna ed il sole». Appresso un altro segmento
dal dialogo bruniano.
Burchio: Cossì dunque gli altri mondi sono abitati come
questo?
Fracastorio: Se non cossì e se non megliori, niente
meno e niente peggio: perché è impossibile ch'un razionale ed alquanto
svegliato ingegno possa imaginarsi, che sieno privi di simili e megliori
abitanti mondi innumerabili, che si mostrano o cossì o più magnifici di questo;
i quali o son soli, o a’ quali il sole non meno diffonde gli divinissimi e
fecondi raggi che non meno argumentano felice il proprio soggetto e fonte, che
rendeno fortunati i circostanti partecipi di tal virtù diffusa. Son quenque
infiniti gl'innumerabili e principali membri de l’universo, di medesimo volto,
faccia, prorogativa, virtù ed effetto.
NOTE
Questo scritto è un estratto del mio saggio “Studi critici (2019)”
https://www.academia.edu/41345317/Studi_critici
1 Teoria sull’origine aliena dell’umanità
NOTE
Questo scritto è un estratto del mio saggio “Studi critici (2019)”
https://www.academia.edu/41345317/Studi_critici
1 Teoria sull’origine aliena dell’umanità
https://danilocaruso.blogspot.com/2016/08/teoria-sullorigine-aliena-dellumanita.html
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