https://danilocaruso.blogspot.com/2024/05/intelligenza-artificiale-e-stupidita.html
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giovedì 13 marzo 2025
IL XXIX SECOLO DI WALTER BROWNE
IL PIANETA DELLE SCIMMIE?
martedì 4 marzo 2025
OMBRE DISTOPICHE E LUCI DI REALTÀ NEL “MANIFESTO SCUM”
https://danilocaruso.blogspot.com/2022/01/il-femminismo-distopico-di-herland.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2023/08/la-complessa-distopia-di-naomi-alderman.html
venerdì 14 febbraio 2025
TEOLOGIA TRANSUMANISTICA E TRANSGENDERISTA
https://danilocaruso.blogspot.com/2014/09/radici-egizie-nella-cosmogonia-ebraica.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2017/11/radici-sumere-di-ebraismo-e-capitalismo.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2020/03/lacqua-e-il-dio-biblico.htmllunedì 27 gennaio 2025
IL “DE PROVIDENTIA” DI SENECA E IL CRISTIANESIMO
NOTE
Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Novità e ripresentazione”
https://www.academia.edu/128181497/Novita_e_ripresentazione
1 Al filosofo maestro di Nerone ho in passato rivolto
la mia attenzione riguardo al De
brevitate vitae, vedasi lo studio intitolato Il severo monito di Seneca nel mio saggio Critica letteraria (2017).
https://danilocaruso.blogspot.com/2016/12/il-severo-monito-di-seneca.html
A proposito dell’argomento qui analizzato trovo
utile suggerire quale lettura preliminare un’altra mia analisi: Dall’inno stoico a Zeus di Cleante alla
fondazione del Cristianesimo collocata all’interno della mia pubblicazione Prospettive rinnovate (2023).
https://danilocaruso.blogspot.com/2023/08/dallinno-stoico-zeus-di-cleante-alla.html
2 Chi volesse approfondire un tale punto di vista ha
a disposizione opere di altri autori che la pensano similmente. Oltre ai miei
scritti, colgo l’occasione di segnalare il significativo frutto del lavoro di
Karlheinz Deschner, pubblicato in più volumi nel tempo, dal titolo Storia criminale del Cristianesimo (Ariele,
tomi I-X: 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2010, 2013).
3 In merito a questo tema suggerisco di leggere
dentro la mia monografia Ermeneutica religiosa
weiliana (2013) il segmento intitolato La
“Lettre a un religeux”.
https://www.academia.edu/6280171/Ermeneutica_religiosa_weiliana
4 Vedasi nel mio saggio Percorsi critici (2020) la parte recante il titolo I protopatristici Aristofane e Giovenale.
https://danilocaruso.blogspot.com/2020/08/i-protopatristici-aristofane-e-giovenale.html
5 Nella pubblicazione di nota 3 si vedano (riguardo
al Giudaismo): Il Dio del Tanak non è
solo, Radici egizie.
https://danilocaruso.blogspot.com/2014/09/il-dio-del-tanak-non-e-solo.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2014/09/radici-egizie-nella-cosmogonia-ebraica.html
6 In vista di approfondimenti paralleli consiglio la
lettura di un mio lavoro: Riflessioni
sopra il “De rerum natura lucreziano”, nella mia opera Analisi letterarie e filosofiche (2023).
https://danilocaruso.blogspot.com/2023/07/riflessioni-sopra-il-de-rerum-natura.html
7 Dell’Uticense ho parlato nella mia monografia Parricidio dantesco (2021) a pag. 9.
https://www.academia.edu/47754422/Parricidio_dantesco
8 Al teologo d’Ippona e al filosofo giudeo ho dedicato
due lavori analitici: Nevrosi e irrazionalismo
in Agostino d’Ippona e Il nevrotico e
distopico idealismo di Spinoza, nelle mie monografie Teologia analitica (2020) e Distopie
occidentali (2023).
https://danilocaruso.blogspot.com/2020/07/nevrosi-e-irrazionalismo-in-agostino.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2023/05/il-nevrotico-e-distopico-idealismo-di.html
9 A tal riguardo indico una via di approfondimento
mediante un mio scritto: Misantropia del
Cristianesimo nella mia opera Studi
illuministi (2024).
https://danilocaruso.blogspot.com/2024/07/misantropia-del-cristianesimo.html
10 V. nota 3.
11 Circa i legami sul Cristo-Logos e la filosofia
della Stoà si veda nella mia pubblicazione Partita
a scacchi (2022) la sezione intitolata Gesù
stoico e dionisiaco.
https://danilocaruso.blogspot.com/2022/06/gesu-stoico-e-dionisiaco.html
https://danilocaruso.blogspot.com/2024/07/le-radici-cristiane-dellantisemitismo.html). Io considero già Olocausto quanto patito dai Giudei perseguitati nelle società cristianizzate nei lunghi secoli precedenti il ’900. La mia posizione di serietà scientifica e di obiettività mi porta altresì a rammentare che non possiamo gettare nel cestino quanto eminenti ed eccellenti ricercatori e scrittori ebrei hanno fatto notare in relazione alle ombre nella storia del popolo giudaico (le quali ovviamente non si riversano indistintamente sopra tutti gli Ebrei). Come a proposito del Cristianesimo pure qui viene richiesta allo studioso imparzialità storiografica, la quale non può minimamente definirsi “antigiudaismo”, ma responsabilità metodologica e analitica. Voglio ricordare al riguardo alcune opere, sempre di autori ebrei, in aggiunta a quella di Sand, mediante le quali la visione storica può apparire meno ideologizzata e idealizzata. Il libro di quest’ultimo si riaggancia a quello di Raphael Patai e Jennifer Patai Wing intitolato “The myth of the jewish race” (Scribner, 1975): non ci sarebbe stata continuità cronologica nel popolo (di culto) giudaico secondo una linea biologica salda e predominante bensì sarebbero avvenuti diversi episodi, nelle epoche, grazie alle conversioni di estranei, di inglobamento di soggetti esterni. Il popolo ebraico sin dall’Antichità costituisce allora nella sua estensione un insieme eterogeneo, un’entità cementata dalla religiosità, e non da caratteri etnici di natura biologica al suo interno radicalmente peculiari. Il delicato argomento va a toccare il sensibile tema del Sionismo, in rapporto a cui voglio rammentare i lavori di due storici e di una giornalista: Vivere con la spada – Il terrorismo sacro di Israele (Zambon, 2014) di Livia Rokach; La pulizia etnica della Palestina (Fazi, 2008) di Ilan Pappé; The iron wall – Zionist revisionism from Jabotinsky to Shamir (Zed Books, 1984), Zionism in the age of the dictators (Croom Helm Ltd, 1983), 51 documents – Zionist collaboration with the nazis (Barricade Books, 2002) di Lenni Brenner. Io giudico la “Bibbia” un testo mitologico avente alcuni tratti storici, e imperniato sopra un Dio solare neoatonista. Reputo, sulla base della pertinente archeologia antica egizia, in aggiunta ai contenuti di nota 5, che la città di Akhetaton (nei paraggi di Amarna), la cui edificazione è stata voluta da Akhenaton per dare una sede di culto alla sua enoteistica religiosità nei confronti del Sole, sia stata messa in piedi, usando mattoni di fango, proprio da quel gruppo di genti che diverrà il biblico embrione del popolo ebraico, emigrato poi verso l’Oriente. L’analogia biblica riguardo a simile modalità costruttiva cui questo fu sottoposto nella terra dei faraoni ci fa intuire una credibile rielaborazione nell’architettura statica dei fatti; ma l’architettura dinamica sembra trasparire, a mio modestissimo valutare. Il restauratore religioso Tutankhamon, come precedentemente ipotizzato da altri, dovrebbe essere il faraone persecutore dei Giudei in Egitto, i quali però, al di là delle righe veterotestamentarie, secondo me, non sarebbero nient’altro che semiti egizi fedeli di Aton (raggruppati ad Akhetaton) scappati, resi fuggitivi, e guidati dal biblico Mosè alla volta della Palestina in cerca di miglior sorte (in relazione suggerisco l’interessante lettura di un mio esame sul teocratico modello sociopolitico mosaico, una analisi presente nella mia monografia del 2020 Teologia analitica e intitolata Aristotele e il pericoloso regno di Dio
https://danilocaruso.blogspot.com/2020/05/aristotele-e-il-pericoloso-regno-di-dio_18.html). L’esigenza poggiata sulla “Bibbia”, a seguito di un diritto divino, di uno Stato della Chiesa cattolica o di uno Stato d’Israele, a mio semplice e razionalista modo di valutare, non pare raccogliere solide fondamenta. Non si può facilmente basare una simile pretesa ancorandosi a un piano mitologico. Abbiamo preso atto che alcuni ricercatori ebrei dimostrano essere la loro Nazione “popolo in senso lato” e che una parte di questo si è attivata in favore del Sionismo con modalità anche discutibili. Le ombre della storia di una frazione delle genti giudaiche riguardano pure il più lontano passato e i tempi più recenti. Pensiamo a Pasque di sangue (Il Mulino, 1a ed. 2007, 2a ed. 2008) di Ariel Toaff e a L’industria dell’Olocausto (Rizzoli, 2002) di Norman Gary Finkelstein. Apprezzo per la loro onestà intellettuale tutti questi eccellenti intellettuali ebrei che ho menzionato, una onestà intellettuale la quale ci chiede di essere precisi e completi nel nostro dire. Condanno l’antigiudaismo in maniera chiara e consapevole, come ho più volte spiegato nei miei scritti, ma non possiamo rifiutare la Storia, che è quella che è nei dati di fatto. Dobbiamo conoscere e analizzare pure le ombre, di chiunque. Con serietà scientifica e obiettività è lecito parlarne, nella guisa indicata dagli autori evocati. Quantunque non reputi razionale la base mitologica nella richiesta di esistenza di uno Stato d’Israele, tuttavia non penso di rifiutare in assoluto la possibilità di un piccolo Stato giudaico, per via del plurisecolare antisemitismo, cui mi pare giusto rispondere con un risanamento proporzionato ai fatti reali (però ovunque mai a scapito di residenti pregressi): ritengo che non necessariamente Israele dovrebbe essere sorto in Palestina, e che se comparso qui non dovrebbe configurarsi, come sottolineato non solo da ponderate personalità ebree, nella veste di Stato degli invasori. I Palestinesi hanno naturale diritto a un loro separato autonomo Stato. Questi peraltro sembrano essere i discendenti degli antichi abitanti giudei convertitisi all’Islamismo (nessuna massiva giudaica dispersione in era cristiana dalla Palestina, nella spiegazione di Sand): immaginiamo a che sorta di paradossi la Storia ci metta di fronte. Io credo che una ragionevole ed equilibrata circoscrizione dei due Stati sia oggigiorno la più saggia conclusione dell’annosa questione israelopalestinese, una questione causa di tragedie e di lutti.