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sabato 27 gennaio 2018

ASTROLOGIA E TAROCCHI NELLA VISIONE DI JUNG

di DANILO CARUSO

In materia di psicologia sono d’indirizzo junghiano, e mi sono interessato delle riflessioni dello studioso svizzero a proposito dell’astrologia e dei tarocchi. Mi chiedevo come una persona di scienza così raffinata e così profonda quale Jung potesse dargli credito. Privo di spirito pregiudiziale, dunque ho approfondito la prima branca, portando comunque con me una certa iniziale diffidenza dovuta a quella mentalità scientifica d’ispirazione matematica che noi abbiamo. Dato il fatto che avevo condotto delle trattazioni critiche letterarie su Sylvia Plath di matrice junghiana, volli studiare il tema natale della celeberrima scrittrice (una cosa che si ottiene osservando la configurazione astrale nel momento della nascita). Naturalmente Jung non sostiene che il destino sia scritto nelle stelle; dobbiamo immaginare il mondo, in cui ogni essere vivente entra, come un sistema di assi cartesiani tridimensionale: conoscendo la posizione di quell’ingresso, noi possiamo stabilire gli elementi circostanti che possono condizionare il soggetto entrato. In un simile modo Jung spiegava che esiste un meccanismo di corrispondenze tra fattori e posizioni astrali. Il mio stupore raggiunse una sensazione di sconcerto nel notare che quel tema natale esaminato in maniera generica portava a delle formulazioni perfettamente inerenti alla vita della Plath (nelle spiegazioni generiche che lessi su alcuni manuali per quelle situazioni astrali di lei, si trovava anche un riferimento esplicito al suicidio). A causa di ciò puntualizzo che non farò mai l’esame di un tema natale di una persona vivente (non mi è parso un gioco né una cosa tanto bella). Spiegherò meglio la difficile obiettività dell’astrologia, e dunque come Jung non avvalorasse qualcosa di fantasioso. L’elaborazione del tema natale (l’oroscopo del giorno di nascita, indicativo di tutta la vita) richiede dei dati precisi: le coordinate geografiche del luogo natio, l’ora e la data di nascita. Ciò perché è importante conoscere con esattezza il punto d’ingresso nel mondo fenomenico, e di conseguenza poter avere la corrispondente immagine del cielo da quel punto di vista in quel determinato momento. Faccio un esempio concreto. L’ammiraglio Henry Maston Mullinnix e lo scenografo Russell Gausman sono nati entrambi il 4 luglio 1892, ma uno a Spencer, l’altro a Saint Louis (città statunitensi vicine). Il che comporta configurazioni astrali (le quali sono una proiezione simbolica di valori non là residenti) leggermente differenti, anche se molto simili. Neanche se fossero nati nello stesso posto, allo stesso momento, la cosa comporterebbe un destino (lo sfondo esistenziale delle prospettive di vita) analogo nella sostanza. Nessuno nasce contemporaneamente a un altro nel medesimo punto (i gemelli escono uno dopo l’altro). Ognuno perciò è differenziato, e generalmente i teatri di vita sono diversi (come visto nel caso dell’ammiraglio e dello scenografo). Persone che hanno un tema natale simile, hanno attribuito soltanto un canovaccio esistenziale: sarà l’interazione tra il soggetto e il suo ambiente a svilupparlo in una maniera unica. Ciascuno rimane libero di poter scegliere quei “futuri contingenti” che a lui si offrono. Quindi non tutti i nati nel medesimo luogo all’identica ora avranno un destino o una vita, nella sostanza, uguali. È pertanto estremamente difficile per qualcuno inesperto, di scarsa intuizione, redigere un oroscopo: è un’operazione quasi impossibile elaborare delle previsioni azzeccate. Io credo che ciò sia fattibile solo da esperti in possesso di una forte natura intuitiva. La capacità di entrare in contatto con l’inconscio collettivo, in generale, deriva da una delle quattro facoltà umane: l’intuizione (le altre, per Jung, sono la ragione, il sentimento, la percezione). Tale capacità è molto potenziale nelle donne (mi viene in mente la lewisiana Jane Studdock): si pensi al sacerdozio femminile antico, alle pizie, alla ierodulia. L’alterazione dello stato di normale percezione può  proiettare al di là del mondo fenomenico. A posteriori non risulta complicato ricavare un quadro chiaro dal tema natale. Però non serve a niente, se non altro a dimostrare la validità operativa e scientifica (conoscitiva) dell’astrologia. Penso allora che la migliore cosa da farsi sia seguire il consiglio di Orazio a Leuconoe, e non curarsi degli oroscopi, i quali potrebbero trasformarsi in una mania nevrotica o in un passatempo di cui non si è compresa la natura. In passato medicina e astrologia andavano a braccetto, in funzione di una migliore prevenzione sanitaria. Le corti europee abbondavano di tali figure di medici astrologi. Gli stessi Magi (maghi) evangelici sono degli astrologi, e la nascita di Cristo descritta ha una notevole cornice astrologica. Questo per dire dell’astrologia. Jung si occupò pure dei tarocchi (spiegandone una validità in virtù dello stesso meccanismo di coincidenze). Tuttavia parlando dei tarocchi chiarì che quelli di Marsiglia fossero quelli efficaci. I tarocchi di Marsiglia appaiono molto junghiani sotto il profilo iconico (hanno richiami archetipici). Nello studio delle possibilità di significato di tali simboli è utilissima la psicologia analitica di Jung, il quale ha affrontato questo aspetto di significazione (rapporto “archetipo – immagine simbolica”). E pure nel caso dei tarocchi non si può prescindere dal suo concetto di “sincronicità”. La collaborazione fra Jung e il fisico Pauli rappresenta una testimonianza che argomenti simili possono essere affrontati con uno spirito scientifico convenzionale, privo però di pregiudiziali. È possibile verificare a posteriori le coincidenze tra simbolo o intuizione, da un lato, e realtà, dall’altro: la verifica è il più classico dei metodi della scienza occidentale. Noi sappiamo che nessuno si deve abbandonare alle credenze nella magia per fede, sarebbe molto stupido: questa rimane un campo di studio sociopsicologico, e ritengo che Jung abbia sostenuto cose sensate, non sempre comprese.


NOTA

Questo scritto è un estratto del mio saggio “Percorsi di analisi umanistiche (2018)”.
http://www.academia.edu/37182356/Percorsi_di_analisi_umanistiche