di DANILO CARUSO
Carmen
Díez de Rivera
|
Nel
2016 è uscito un romanzo di Nieves Herrero intitolato “Los que escondian sus
ojos [Le cose che nascondevano i suoi occhi]” incentrato sulla vicenda amorosa
che nella Spagna franchista legò Sonsoles de Icaza e Ramón Serrano Súñer, una
relazione dalla quale nacque Carmen Díez de Rivera. Tale opera letteraria ha
ricevuto una trasposizione televisiva in una serie a puntate trasmessa anche in
Italia (col titolo “Quello che nascondono i tuoi occhi”). Sonsoles de Icaza
(1914-1996), marchesa di Llanzol, era figlia di un ambasciatore messicano
(Francisco de Icaza, che fu pure un affermato poeta) e di una nobile spagnola.
Ai suoi tempi fu nota come un'icona di eleganza: ispirò un creatore di moda a
disegnare abiti per lei, e allorché ella morì la sua omonima figlia donò a un
museo tutti i suoi abiti. Quando nel ’25 era scomparso il padre la famiglia di
Sonsoles era andata di fronte a difficoltà economiche. La poliglotta sorella
Carmen (1899-1979) a motivo di ciò intraprese una carriera di scrittrice che la
condusse al successo economico e al conseguimento della fama; fu anche attiva
in opere di solidarietà sociale per anni, e in tal ambito ebbe al principio del
regime franchista un ruolo di risalto.
Sonsoles de Icaza |
Sonsoles
si unì in matrimonio nel ’36 col marchese di Llanzol, il quale in quel momento
aveva 45 anni. La coppia ebbe tre figli prima che lei tenesse a partire dal ’40
il fedifrago legame con Ramón Serrano Súñer. Costui (1901-2003) era un avvocato
cattolico conservatore anticomunista, che durante il periodo repubblicano spagnolo
(iniziato nel ’31) fu eletto deputato (nel ’33 e nel ’36) quale rappresentante
della destra. Era cognato di Francisco Franco (in mezzo alla gente sarà poi
noto come il “cuñadisimo”): aveva sposato nel ’32 Ramona Polo, sorella della
moglie di quello. A causa della sua azione politica iniziata alla nascita della
Repubblica (con una fallita elezione parlamentare) venne tratto in arresto dopo
l’inizio della guerra civile scatenata nel ’36 dal fronte conservatore (composto
da militari, monarchici e cattolici turbati dalla svolta laica e progressista
dello Stato). Dopo l’assalto del carcere in cui era detenuto, da parte di
un’orda di facinorosi, grazie a un trasferimento in clinica da dove fuggì,
riuscì a riparare alla fine in zona franchista. Divenuto intimo consigliere del
Generalísimo, e di fatto secondo solo a costui, quando nel ’38 la dittatura
franchista si costituì in forma governativa, ebbe importanti incarichi
ministeriali (gli affari interni nel ’38-’40, quelli esteri nel ’40-’42) e nel
periodo ’39-’42 responsabilità dirigenziale di primo piano nel partito unico
conservatore cattolico, un’organizzazione politica nata dalla fusione di gruppi
di destra e della Falange (fondata da José Antonio de Rivera, di cui Serrano Súñer
fu amico). Allo scoppio del secondo conflitto mondiale promosse una politica di
forte vicinanza coi nazisti. Non ottenne che la Spagna entrasse in guerra a
fianco dell’Asse, tuttavia quando i Tedeschi invasero la Russia fece sì che,
senza una formale dichiarazione di guerra, una formazione bellica spagnola di
volontari falangisti, la Divisíon azul, partecipasse all’aggressione dell’URSS (accusata da Serrano Súñer di essere la ragione della lotta intestina spagnola
allora appena conclusasi).
Ramón Serrano Súñer |
Nel
’42 dalla relazione adulterina tra Serrano Súñer e la marchesa di Llanzol era
nata, come anticipato all’inizio, una figlia: Carmen Díez de Rivera. Il
marchese consorte (morto nel ’72) la accolse come fosse una figlia naturale (il
padre biologico non si curò mai di costei). Però, quando ella crebbe, il
segreto fu in modo imprevisto e necessario portato alla luce, giacché ella a 17
anni manifestò ai suoi il personale interesse sentimentale nei confronti di un
figlio di Serrano Súñer (quello omonimo, con cui intendeva sposarsi), in
pratica a insaputa di lei un fratellastro. La sorella di Sonsoles, la
scrittrice, zia omonima e madrina della ragazza, si fece carico, assistita al
momento da un sacerdote, di rivelare alla giovane la verità e quindi gli
impedimenti in quel love affair. In seguito al turbamento provocato dalla
notizia, Carmen si ritirò in convento per quattro mesi, successivamente andò a
fare per tre anni la missionaria in Africa (in aree a rischio di contagio, più
che altro con una vocazione suicida derivata dalla delusione amorosa). Di
indole ribelle, delusa dai familiari che le avevano taciuto la realtà della sua
nascita, per contrasto a una madre difficile, si diede alla moda hippie. Avendo
alle spalle studi politici e umanistici, tornata in Patria poi divenne
collaboratrice di Adolfo Suárez, il politico che traghetterà la Spagna verso la
democrazia dopo la morte di Franco nel ’75. Suárez, ricevuto dal re Juan Carlos
di Borbone (subentrato al defunto Caudillo nella qualità di Capo dello Stato)
l’incarico di Primo ministro, designò Carmen Díez de Rivera quale Capo di
gabinetto del Presidente del consiglio. Ella, donna di particolare fascino
(intellettuale, estetico, e politico, essendo figlia di Serrano Súñer), e di
orientamento ideologico socialdemocratico, sostenne la riapertura delle istituzioni
alla partecipazione democratica di tutti i partiti politici, a partire da
quello comunista. Fu accusata dunque dai settori di destra reazionaria di
essere una comunista, una traditrice, e addirittura una spia. È rimasta nelle cronache
storiche spagnole con l’appellativo di “musa della transizione”: un romanzo del
2013, “El azar de la mujer rubia [Il caso della donna bionda]” di Manuel
Vicente, la rappresenta determinante nel conferimento dell’incarico governativo
a Suárez da parte del re. A causa delle forti tensioni politiche, Carmen lasciò
il suo incarico di Capo di gabinetto, occupato fra luglio ’76 e maggio ’77, ed entrò
nel Partito socialista popolare. Nel 1987 venne eletta europarlamentare con uno
schieramento di Suárez, ma nel 1988 lasciò quel partito per via della sua
collocazione nella destra liberale. L’anno successivo entrò nell’attuale
partito socialista spagnolo. Fu rieletta nel ’94 al Parlamento europeo (dove fu
brillante e ammirata protagonista). Rimasta nubile, mancò prematuramente alla
fine del ’99.
Carmen Díez de Rivera |
Negli ultimi mesi di vita si ritirò dall’attività politica
dimettendosi da europarlamentare; alla propria badante si presentò così: «Hola,
buenos días, soy Carmen Díez de Rivera. Tengo cáncer, me voy a morir». Nella
sua esistenza restò amareggiata dal costante atteggiamento del padre biologico il
quale mantenne il più completo disinteresse nei riguardi della figlia naturale:
Ramón Serrano Súñer non riconobbe mai la paternità. Un ulteriore romanzo, di
Luis Herrero, “Dejé de pronunciar tu nombre [Smisi di pronunciare il tuo nome]”
del 2017, narra della vita di lei. Mentre di Ana Romero sono altre due opere di
carattere storico-biografico: “Historia de Carmen” del 2002, “El triángulo de
la Transición: Carmen, Suárez y el rey” del 2013.
NOTA
Questo scritto è un estratto del mio saggio “Studi critici (2019)”
https://www.academia.edu/41345317/Studi_critici
NOTA
Questo scritto è un estratto del mio saggio “Studi critici (2019)”
https://www.academia.edu/41345317/Studi_critici