di DANILO CARUSO
Religione: se per crederci ci
vuole fede non appare poi così tanto credibile e degna di fiducia. Si rivela
roba per ignoranti e nevrotici? Marx e Freud dicono di sì. Infatti vanno a
braccetto nel pensiero filosofico-politico di alcuni studiosi. La catechistica
educazione infantile delle religioni su miliardi di persone appare guastare sin
da tenera età la capacità di mantenere un corretto e obiettivo punto di vista
su ogni specifico credo religioso. Non è facile liberarsi da un mondo
mitologico concepito come verità assoluta sin da bambini laddove non intervenga
l’ingresso chiarificatore di scientifiche conoscenze storiche. Purtroppo potrebbe
non bastare solo questo: se si rimediasse all’ignoranza potrebbe rimanere una
forma di attaccamento a qualcosa di rassicurante la quale possiede più che
altro connotazione nevrotica. Sono due i livelli di ostacolo possibili
all’orizzonte della diffusione di notizie frutto di una ricerca seria
sull’origine, lo sviluppo e la sostanza delle fedi. Oggigiorno internet ha
consentito la circolazione di una enorme mole informativa tale da consentire la
documentazione personale su moltissimi argomenti in modo abbastanza facile.
Così per le religioni. Ma molti al posto di approfondire e studiare preferiscono
“credere” restando prigionieri di idee delle quali conoscono perlopiù una
versione infantilistica e fiabesca strutturata col personale idealismo. Di
fatto della storia “vera” di una data religione molti non sembrano avere
conoscenza. Questa ne invaliderebbe la credibilità, pertanto gli ignoranti non
si documentano e i nevrotici si arrampicano sugli specchi teologici. Nel
momento in cui si esaminano le religioni si scopre che esse rappresentano un
prodotto culturale di una data epoca. Quella letteratura poi viene ripresa in
periodi posteriori e a volte riadattata con alchimie concettuali ed
ermeneutiche estranee agli originali. Simili operazioni hanno due opzioni: il
semplicistico catechismo, veicolante un emendato moderno contenuto (più
presentabile a una progredita società), e la teologia che ricama
“interpretazioni”. La verità è che non c’è niente da interpretare se non la
contestualità storica di un dato patrimonio religioso. Però comunemente, al
pari di “Fahrenheit 451”, i più guardano le figure odierne, e di cosa sia
accaduto nei fatti in passato non hanno idea alcuna. Ai nostri tempi la
globalizzazione dell’informazione e dei contatti umani lascia la speranza
futura che possa emergere sempre meglio l’evidenza del reale in materia di
religioni. Queste verificate storicamente con metodi analitici scientifici
dimostrano di non possedere nulla di divinamente ispirato, ma soltanto di
essere un insieme di idee relative a un determinato contesto spaziotemporale.
Ridipingerle è una tecnica che non giova alla crescita dell’umanità. Prendiamo
ad esempio il Cristianesimo medievale: mille anni in cui il progresso
medico-scientifico è stato bloccato, giacché Aristotele, Ippocrate e Galeno
avevano spiegato tutto quanto c’era da sapere; tra l’altro le malattie erano
punizione divina e si curavano magari aspettando un miracolo, poiché non si
poteva ostacolare la volontà di Dio. L’Occidente, che è cristiano da quasi due
millenni, ha sprecato più di metà del suo tempo a “credere” piuttosto che a
“rimediare” con l’ausilio delle varie scienze. A causa di una religione
potremmo ipotizzare di avere uno sviluppo tecnologico e conoscenze mediche
indietro di almeno mille anni. In teoria l’attuale progresso potrebbe esserci
già stato nell’ottavo secolo. Ma chi non studia bene e sul serio non sa nemmeno
come fosse il mondo cento anni fa. Figuriamoci molto più a ritroso. Voglio ricordare a titolo di ulteriore
chiarimento del tema affrontato come Jung avesse criticato l’evangelico
bipolarismo teologico “Bene/Male” avente pesantissime ricadute a livello
psicologico e antropologico. La possibilità-del-male non richiede la sua
necessaria attuazione da parte dell’uomo, ma rimane la garanzia ontologica
della sua piena libertà. Avere scisso i due piani produce uno strappo nella
psiche singola, dove una dimensione di autonomia viene trasformata in un
complesso negativo: un inesistente, nella realtà esteriore, Dio-del-Male. La
“guerra contro il Maligno” è una nevrosi. D’altro canto anche il “Dio
trinitario / Gesù Cristo” si contrappone quale nevrosi. Da tali contrapposizioni
radicali sono scaturiti il Nuovo Testamento e il Cristianesimo (nella sua
versione istituzionalizzata, la Chiesa, il più illiberale dei fenomeni
sociopolitici passati nella storia occidentale, a detta di Simone Weil).
NOTA
Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Percorsi critici”
https://www.academia.edu/44476394/Percorsi_critici
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