di DANILO CARUSO
People
learn in time to love even fossils.
Walter
Browne, “2894”
Incuriosito dal titolo di un romanzo di Walter
Browne (1856-1911; Inglese, cantante d’opera, autore e critico teatrale,
romanziere), ho voluto esaminare il testo: ‘“2894” or The fossil man (A
mid-winter night’s dream)’. Mi appassionano le visioni narrative del futuro che
altri intellettuali, anche di età passate, e geograficamente in tanti casi
lontani da me, hanno formulato sia in forma utopica che distopica. Nel tempo
sono divenuto un cultore delle distopie. Nella nostra era, in cui la gente ha
molta difficoltà a comprendere gli eventi, la nottola di Minerva non vola forse
neanche all’alba. È già immaginario, fantasioso e fantastico il presente di chi
non va oltre l’unidimensionalità marcusiana. Mi pare che una parte di esseri
umani vivano in una sorta di medioevo tecnologico senza spirito critico, senza
approfondire, senza documentarsi sul serio, in balia di imbonitori, a volte non
più raffinati dei primi. “2894”, uscito nel 1894 negli USA, immagina un mondo a
un millennio di distanza dall’autore. Tale romanzo non è né utopico né
distopico. Raffigura un futuro con pregi e difetti. È la scelta dello scrittore
di farlo torbido, magmatico, senza puro idealismo, negativo o positivo. Una
simile opzione mi ha fatto pensare all’Inconscio collettivo e alla sua attività
che mescola insieme tutte le esperienze di coscienza umana. Io sono junghiano,
perciò, la mia analisi sarà secondo questo indirizzo. Walter Browne in questo
romanzo intravede un sovvertimento del tradizionale avito ruolo dei generi sessuali:
nel futuro le donne prenderanno il sopravvento grazie a una superiore
intelligenza sopra gli uomini connotati dalla vis. Ma non bisogna andare molto
avanti nel tempo per osservare un’ampia fetta di popolazione maschile poco
riflessiva e alquanto bestiale. In “2894” il protagonista, Lord Ammonite, mira
a sposare una donna di cui è innamorato. Costei nella mia decriptazione
analitica testuale rappresenta l’“anima” junghiana ossia la parte psichica
interiore di un soggetto maschile contrapposta al proprio complesso dell’Io.
Tutta l’esperienza fantascientifica che Lord Ammonite vivrà si scoprirà alla
fine del romanzo essere stata un sogno. Questo rappresenta un dettaglio molto
importante nella mia ottica, confermante il piano di un’esperienza più legata
ai canali della psiche che non alla semplice fantasia creativa. Arthur
Schopenhauer già in una sezione di “Parerga und paralipomena” aveva spiegato come
la via onirica portasse a qualcosa di misterioso: in parole povere aveva
intuito l’esistenza dell’Inconscio assoluto. In “2894” quel mondo a venire
descritto proviene da una proiezione dell’Inconscio impersonale rivolta all’Io
di chi lo esperisce attraverso l’apertura del canale dell’“anima”. Il
protagonista in virtù di ciò raggiunge l’“individuazione” junghiana. In
conclusione del testo di Browne si risveglia in possesso di una coscienza
spirituale più matura e meglio posata. Quell’unione matrimoniale finale ambita
non costituisce nient’altro che la sizigia. Adesso diamo un’occhiata a quella
società del 2894, la quale in assoluto, non è né buona né cattiva, giacché
l’Inconscio collettivo elabora senza forma morale; per così dire, fa una media,
produce un estratto sintetico (in particolar modo l’archetipo). Tocca poi agli
esseri umani più saggi rendere quei messaggi giovevoli, quegli avvertimenti
efficaci, a beneficio dell’intero consorzio umano (da qui tutte quelle figure
istituzionali dell’antichità preposte a interpretare e decodificare i segni del
numifico). Sono rimasto un po’ deluso
a non vedere nel XXIX secolo diverse tecnologie ormai diffuse ora quali
televisori, smartphone, computer. C’è comunque una telefonia la quale
assomiglia alla messaggistica istantanea. Nel romanzo Lord Ammonite sogna di
essere morto a causa di una globale catastrofe naturale, e che il suo corpo
fossilizzato sia scoperto e rianimato da una scienziata discendente della sua
amata e identica a lei. Potremmo dire che ciò metta in scena l’uscita dalla
“nigredo”. L’umanità del 2894 usufruisce di un’ingegneria genetica che precorre
le incubatrici del Brave New World: da componenti animali è possibile produrre
esseri umani, viventi però un arco cronologico collegato alla specificità di
esistenza media della bestia che ha fornito il materiale biologico. Uno
scenario più inquietante dell’universo huxleyano parallelo celebrante
l’edonismo prolungato1. Notiamo che Browne associ aspetti distopici a
inclinazioni utopiche in un miscuglio che relativizza la bontà di una singola
cosa all’uso che se ne fa. Cosicché: il femminismo appare buono laddove elimina
la misoginia, ma non dove fa diventare gli uomini il sesso debole; la scienza
si rivela positiva nella misura in cui migliora la vita, con ad esempio sistemi
di viaggio più efficace, tuttavia si mostra distopica nella suddetta
aberrazione biogenetica. Nel 2894 il lavoro manuale è altresì diminuito, a
scapito del corpo umano, adeguatosi a una forma di lassismo: non è bene non
coltivare le abilità pratiche e manuali; se la società libererà gli uomini dal
lavoro manuale, rimarrà comunque utile sapere usare con raffinatezza le mani
dedicandosi a un’arte, a un hobby, a un orto, a qualcosa che non renda
praticamente inutili. Non si vive di sola teoria: si mostra buono e utile
muoversi, e con perizia. Il romanzo di Browne nel suo immaginare il futuro riporta
il recupero di un esemplare di indigeno africano allo stadio ottocentesco
dell’autore: la regressione procedurale dall’evolutosi del 2894 e la
descrizione narrativa di ciò non sono esenti da un’atmosfera di suprematismo
bianco, il quale sembra aver indicato la via biologica dominante nel XXIX
secolo. Presentare i bianchi quale specie espressione dell’optimum costituisce
razzismo, in qualunque epoca e in qualunque posto. Gli Africani deportati nelle
Americhe e schiavizzati per secoli rappresentano una pagina di indelebile
vergogna per la Società occidentale e per i colonizzatori europei. Le
discriminazioni a detrimento dei neri sono perdurate molto a lungo, e pure oggi
assistiamo a inauditi gesti di sopraffazione. Tutta questa fenomenologia non ha
ricevuto e non riceve il risalto di cui altre godono. Per i crimini contro
l’umanità a scapito degli indigeni africani e americani non c’è stata nessuna
Norimberga, ma solo presunta esportazione del progresso. Il testo di Walter
Browne riesce a risvegliare queste problematiche, di cui fa affiorare la punta
dell’iceberg. Le vocazioni quasi transumanistiche del 2894 si manifestano di
nuovo nella capacità di estrapolare «the ethereal essence» di un corpo umano, e
di imprigionare quest’anima in un
supporto materiale. Continuano i discutibili orizzonti distopici della scienza
del XXIX secolo, la quale ha conseguito, come visto, il potere di trasferire la
coscienza umana dalla sua sede corporea (il che costituisce un sogno
transumanistico della nostra epoca del XXI secolo2). La distopia
scientista di questo nuovo mondo di Browne si rende evidente allorché tale
cosmo, in aggiunta ai peli corporei, ha fatto scomparire l’attività onirica
umana non più attiva: qui il segno del transumanesimo si rivela tangibile. Il
sogno da funzione di collegamento con l’Inconscio assoluto si è trasferito
nella realtà (narrata, narrativa), la quale in ultimo si scoprirà essere un
sogno del protagonista letterario del romanzo (esistente a fine dell’Ottocento).
Simile esperienza onirica rappresenta un monito dell’Inconscio impersonale a
Lord Ammonite stesso, e di riflesso al lettore del libro. Vediamo allora che in
“2894” La guerra non è scomparsa, però si combatte alla maniera di una partita
a scacchi, dove le unità militari si catturano, ma non si uccidono. Inoltre
sulla falsariga del “terzo tempo” del nostro rugby, i contendenti si riuniscono
a pranzare in modo conviviale. Anche qui siamo su livelli distopici oscillanti
con la dimensione utopica. Nella visione onirica di Lord Ammonite nulla è ben
definito in un senso o nell’altro: utopia e distopia si compenetrano. Esiste
ancora la pena capitale, tuttavia se una donna sposa il reo riesce a salvarlo
dall’esecuzione. Simili assurdità, davanti a un giudizio razionale, interessano
da vicino l’umanità. A volte la guerra e gli armamenti vengono dipinti nella
veste di strumenti di civiltà, di ordine, di sicurezza. Certamente la Storia insegna
che un sufficiente apparato militare può rivelarsi utile nei momenti di crisi,
interna o internazionale, però una corsa al riarmo frenetico e irragionevole
non è mai stata foriera di prospettive benefiche. Nel nostro tempo, dove le
armi di distruzione possiedono un potere infernale, incentivare gare agli
armamenti non costituisce saggia decisione. E sebbene “2894” non abbia
cancellato la guerra, l’ha resa incruenta. Nel 1894 non esistevano armi
nucleari; oggigiorno l’idea di attuare un conflitto con tali moderni mezzi di
morte risulta la più infelice di tutte: oltre ai pezzi degli scacchi non
resterebbe nemmeno la scacchiera. L’elogio degli armamenti, la corsa
all’acquisizione esagerata, non producono la crescita della pacifica convivenza
umana. In qualche maniera il XXIX secolo ha disinnescato in toto l’urto
violento delle parti, pur mantenendo uno spazio dialettico. Il romanzo di
Browne vive nel magmatico equilibrio di un qualcosa che abbisogna di essere raddrizzato
meglio. Vi notiamo la possibilità delle transazioni di denaro istantanee su scala
globale, il che, forse, più che una intuizione del futuro costituiva
un’ambizione della società capitalistica ottocentesca cui appartenne l’autore di
“2894”. Il testo in esame rispecchia la forma mentis occidentale della sua
epoca di redazione. Ho analizzato questo contraddittorio sistema sociale del
XXIX secolo col metro junghiano sino alla fine rintracciando nelle tensioni
strutturali un input di sprone da parte dell’Inconscio impersonale alla volta
dell’“individuazione” e della crescita interiore. Il popolo degli adoratori del
Sole che Lord Ammonite si reca a visitare, nella sua paradossale origine da un
gruppo di naufraghi civilizzati del passato, rimasto per generazioni isolato,
sembra fare l’encomio dell’armonia con la Natura, un’armonia scevra di
sovrastrutture sociali tipiche quali le leggi e la proprietà privata. L’anarchia
beata raggiunta da quegli isolani, descritta da quella modernità quale il
frutto di un processo degenerativo, al cospetto del protagonista appare invece
ottima meta. Gli spunti di riflessione offerti dal testo non mancano: non
ultimo il fatto che nel 2894 la Gran Bretagna rischia di essere affondata e
sostituita da un’area per la coltivazione di ostriche. Sibilline velate
allusioni sembrano aggregarsi a tutto il resto. Qui merita una menzione, in
conclusione di analisi, la possibilità che si possano evitare condanne
giudiziarie comprando degli alibi ad hoc. Alla fine di tale interessante
romanzo, il quale nel suo 2894 trova piacevole ancora (purtroppo) la caccia
alla volpe, è il risvegliato Lord Ammonite a riconoscere quella società del
XXIX secolo «confounded chimerical Utopia». Quel mondo aveva il medesimo inquietante
nome dell’isola descritta da Thomas Moore nella sua notissima opera
cinquecentesca3.
NOTE
Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato
“Novità e ripresentazione”
1 Su Brave New World ho scritto un saggio: Il capitalismo impazzito di Aldous Huxley (2015).
2 A proposito di
transumanesimo segnalo due miei testi di riflessione: Intelligenza artificiale e
stupidità naturale e Teologia transumanistica e transgenderista,
rispettivamente nelle mie opere Ritorno
critico (2024) e Novità e
ripresentazione (2025).
https://danilocaruso.blogspot.com/2024/05/intelligenza-artificiale-e-stupidita.html
3 A chi volesse
proseguire lungo tale filo, indico un mio studio dedicato alla suddetta opera
di More pubblicato nella mia monografia Teologia
analitica (2020) e intitolato Cristianesimo
razionale e nazional-socialismo in Thomas More.