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lunedì 25 aprile 2011

ERMANNO MACIOCIO / IL PARTIGIANO “ROSSO”

di DANILO CARUSO

Ermando Decio Maciocio (all’anagrafe) nacque a Lercara Friddi il 25 settembre 1923 da Alfredo e Gaetana Borelli. All’inizio degli anni ’30 andò ad abitare con tutta la famiglia dal paese natio a Savona, dove il padre ferroviere era stato distaccato. Dopo la scuola elementare a Lercara, proseguì qui gli studi alla scuola media. Alla vigilia del suo richiamo per le armi – nella regia marina con la destinazione di fuochista –, dopo la caduta del fascismo, fu stipulato l’armistizio dell’otto settembre: precettato quindi nella marina della RSI si rese irreperibile unendosi ai partigiani e prendendo il nome di combattimento di ROSSO. Il 16 giugno 1944 entrò nella DIVISIONE FUMAGALLI, più in particolare nella BRIGATA VALBORMIDA “GIULIANI”. Sui rilievi liguri prese parte a molti attacchi partigiani nella regione attorno a Savona: a Calizzano, Noceto, Finale, nel settembre del ’44 alla presa di Santuario vicino a Montenotte, e poi all’offensiva al presidio repubblicano di Cadibona. Un gruppo partigiano della BRIGATA SAVONA composto oltre che da ROSSO da Lino, Dino e Gianella Di Pasquale, nel tentativo di procurarsi del benzene e del sale, il 2 novembre del ’44 si imbatté nel suo tragitto in un manipolo di settanta uomini della brigata fascista SAN MARCO guidata dal tenente Danon. Fu immediatamente chiesto ai quattro partigiani di arrendersi, ma questi risposero sparando, uccidendo tre fascisti e ferendone due. ROSSO nonostante fosse stato ferito decise di andare incontro al nemico per fare da copertura alla fuga dei compagni rimasti senza cartucce. Durante la sua azione di schermo venne ulteriormente pesantemente ferito, ma dopo aver gettato una bomba a mano all’indirizzo dei nemici fu ucciso dal fuoco avversario (che aveva ferito anche Gianella, il quale però riuscì a scappare con l’aiuto di Lino e Dino). La REPUBBLICA ITALIANA conferì a Ermanno Maciocio, essendo già morti i suoi genitori, la medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza (decreto 27 ottobre 1950, GURI 22 maggio 1951). Lercara Friddi lo ricorda con una via, come pure Scoglitti in provincia di Ragusa (delibera del consiglio comunale del 10 luglio 1989 n. 671).