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venerdì 14 febbraio 2025

TEOLOGIA TRANSUMANISTICA E TRANSGENDERISTA

di DANILO CARUSO
 
Talvolta mi è capitato qua e là di ascoltare o leggere dei richiami fondati sulla dottrina cristiana messa in contrapposizione alle ideologie e alle teorie transumanistiche e transgenderiste. Dopo anni di studio e analisi dell’universo giudaicocristiano ruotante attorno alla “Bibbia” non ho più molta difficoltà a cogliere al volo delle per me stonature di cui i sostenitori religiosi giudico non si rendano conto giacché rimasti, a quanto mi sembra, ancorati a un asciutto piano catechistico. Io ho esaminato negli originali ebraici e greci brani biblici cui alle volte qualcuno si appella. Un exemplum che mi pare clamoroso deriva dall’anteposizione operata dai fautori della fede (ritenuta da loro qualcosa di solido) della credenza che il Dio biblico abbia creato esclusivamente due generi sessuali (il maschile e il femminile). Non è così. Nel relativo testo in lingua ebraica si può leggere (e quindi tradurre in maniera migliore) che quando Dio produsse gli esseri umani li fece androgini e non maschio e femmina separati. In un secondo tempo tagliò l’androgino Adamo isolandone la “fiancata” femminile in Eva1. La “Bibbia” racconta, più in breve, il parallelo ragionamento platonico nel “Simposio”2. Come se questo non bastasse già a introdurre un orizzonte teologico transgenerista nella Sacra Scrittura postulante tre generi, il canonico evangelico Gesù Cristo fa l’apologia degli evirati di loro iniziativa a religioso scopo salvifico3. Mentre in quest’ultima circostanza il genere sessuale maschile patisce nel quadro teologico la sua cancellazione in seguito a motivazione generante una specie di privilegiato, in ottica paradisiaca, genere 0, il Messia in un Vangelo apocrifo proclama che le donne non entreranno in cielo a meno che non siano trasformate in maschi. La materia transumanistica/transgenderista si mostra, come vedremo meglio, religiosa. Tant’è che io reputo possibile la derivazione di posizioni moderne dall’humus della religione, una base di cui forse s’è smarrita consapevolezza. Le avveniristiche tendenze del GNR (genetica, nanotecnologia, robotica) disvelano una sorta di tensione fideistico-scientifica, dove non è la scienza da sé a elevarsi a religione, bensì il contrario: la scienza viene invasa da ideali religiosi (in primis quello supremo dell’immortalità). Il discorso biblico inerente ai generi sessuali umani torna ancora attuale nelle mie sottolineature laddove in ebraico si afferma che l’uomo e la donna nel congresso carnale diverranno non una sola carne, ma la carne primigenia, ossia quell’androgino che poco sopra rammentavo4. Perciò nella “Bibbia” in un modo o nell’altro, il “maschile” e il “femminile” sembrano transitori, appesi tra estremi i quali non ne indicano affatto una dimensione di eccellenza ontologica. Tutt’altro. Noè maledisse il figlio che lo vide nudo, cioè difettoso, in quanto non più essere integro androgino. L’androginia, vale a dire il ricongiungimento dei due distinti generi, è l’ideale antropologico perduto nel Vecchio Testamento. L’asessualità (la cancellazione di una puntualizzazione di identità sessuale) costituisce la meta neotestamentaria (disprezzato il genere femminile, un po’ meno quello maschile; ritengo che Gesù abbia detto di non dare le cose sante alle cagne; molto probabilmente quel dativo in greco, «τοῖς κυσίν», è femminile5). In generale nei due Testamenti notiamo proprio una propensione transgenerista (verso l’androgino; o il genere 0, che sarebbe quello degli angeli), un tendere verso un piano trans (il quale viene riproposto nella modernità in forme più legate alla specificità individuale e non proiettate alla volta di una riparazione ideale superiore). Stando al mio punto di vista razionalista spiritualista, superficialmente si vorrebbe criticare da parte di alcuni (in ogni caso valentissimi intellettuali), in negativo, un’ideologia odierna facendo perno sulle Sacre Scritture cristiane. Un altro aspetto che a me sembra contraddittorio in pectoribus di tali critici riguarda la figura di Gesù Cristo. Il Messia è nato, nella spiegazione della teologia dogmatica, per via di concepimento dovuto allo Spirito Santo, nel contesto di una partenogenesi, venendo al mondo grazie a compenetrazione mariana. A me, nella mia modesta semplicità, con tutto il rispetto che i credenti meritano, che riconosco e che tributo sinceramente, una simile cosa si mostra apparire una situazione transumanistica. E lo dico proprio nel merito della mia analisi, scevro da intenzioni diverse che non siano quelle di esprimermi sempre in modo scientifico, obiettivo e circostanziato. Tale è il mio leale rispetto nei confronti di chi parla appoggiandosi a qualsiasi contenuto cristiano (rivolgendolo a qualunque altro argomento) che colgo l’occasione di prolungare il mio ragionamento spiegando come la figura del Messia evangelico sia da connettere e confrontare con meccanismi mitologici, anche Egizi, da quel che vedo tutti perlopiù ignorati da molti. Nei miei studi ho preso in esame le radici stoiche e mitologiche greche nella costruzione dell’immagine esteriore letteraria di Gesù, ho in parte rilevato alcuni aspetti derivanti dai miti provenienti dall’Antico Egitto. La circostanza mi è propizia al fine di spendermi nell’illustrare nuovi dettagli analitici, rispetto ai miei precedenti espositivi, in merito alla nascita e alla resurrezione di Cristo6. Un’argomentazione che rivelerà la guisa in cui la sorgente creatrice di mattoni religiosi sia fantasiosa e come simili temi mitici possano collocarsi all’esterno di scienza e rigore conoscitivo più avanzati. Non addebito una colpa, un motivo di demerito, a chi nell’Antichità egizia formulò ipotesi, credenze fantastiche, cercando di capire il mondo. Quella era la gittata massima della Ragione di allora. I miti ci indicano limiti razionali, e se dentro di questi ci sono elementi fantastici, fantascientifici, transumanistici, dobbiamo prenderli per quello che sono e capirli nella loro sostanza. Se la nascita del Messia cristiano assomiglia a quella transumanistica tipica del Brave New World huxleyano, reputo non si possa non prenderne atto, e perciò deduco in generale, alla luce anche di quanto già detto, che contrapporre la religione al transumanesimo e al transgenderismo non rappresenta, a mio avviso, un’operazione intellettuale molto appropriata7. Il fantasioso della mitologia potrebbe essersi convertito nella mira della scienza che ha indossato l’abito del transumanesimo. Se guardiamo bene talune teologiche affermazioni dogmatiche e certi aspetti biblici, scopriremo che al di sotto di essi sta un sostrato di architettura dinamica invalidante la pretesa origine divina di una rivelazione di fede. Intendo perciò proseguire nell’exemplum, al fine di riscontro, cui sopra avevo fatto cenno: nascita e resurrezione di Gesù al di là delle loro apparenze transumanistiche cristiane (le quali rimangono nel loro significato simbolico, proiettato sul Brave New World e sopra una scienza che punta all’immortalità: un desiderio espresso dentro un cerchio religioso si è trasferito, secondo me, alle ricerche medica e tecnologica animanti il transumanesimo). Nella religione egizia antica l’arco vitale, caratterizzato dai suoi estremi di genesi e di morte, entro i quali si svolgeva una lotta per la vita (uno scontro esistenziale fra ordine sostenitore e disordine distruttore), riceveva una significativa trasposizione figurata nelle immagini della sequenza solare giornaliera visibile dalla terra. Il sorgere e il tramontare erano trasposti nella veste simbolica dei due estremi menzionati. Il Sole assumeva il primo posto nel culto religioso, in quanto icona della divinità reggitrice della Natura. Il mito di Osiride rielaborava il ciclo vita-morte attraverso uno schema proseguente nella ripresa dialettica per mezzo di una risurrezione, una ricomposizione del cadavere smembrato osiriaco. Questo Dio solare torna dunque a vivere, sconfiggendo la morte e il di essa disordine. Capire cosa fa il Sole dunque (puntualizzato pure in Ra) è nevralgico allo scopo di comprendere il pensiero egizio. Partiamo dal tramonto, allorché il Sole scompare alla vista umana. In quella mitologia antica entrava nel Duat, il quale sarebbe un contenitore posto nel cielo, una scatola invasa dalle tenebrose acque primordiali da cui si è separata la illuminata realtà naturale. Il Sole quotidianamente entra ed esce dal Duat, dove combatte il disordine proprio dell’acqua in quanto archè, per dare radiante appoggio durante il giorno alla vita. In simile cosmologia il cielo viene immaginato come una volta separante le acque di sopra dal mondo sottostante; sopra si sta al buio, sotto grazie all’azione solare v’è luce, calore, e quindi una Natura vivente e ordinata. Al di là dell’analogia cosmogonica con la biblica origine del cosmo8, mi preme far notare in questa sede il legame con la figura di Gesù Cristo. Il cielo per gli antichi egizi era una manifestazione della Dea Nut, i cui connotati di gestante notturna del Sole sono passati alla Madonna cristiana, non per niente definita “Regina del cielo” (titolo di quella Dea uranica e di Iside). Nut al tramonto ingoiava il Sole e lo partoriva all’alba: concepimento per virtù dello Spirito Santo (entrato dall’orecchio della Vergine Maria, nel parere di Anselmo d’Aosta) del Logos incarnato e sua nascita per compenetrazione. La nascita del Messia simboleggia il sorgere del Sole, la venuta di un principio ontologico portatore di ordine (Logos = via, verità, vita). La sua morte e la sua resurrezione sono ancora legate al ciclo del Duat (il quale era pure il luogo ospitante le anime dei dipartiti), giacché questo oltre a essere concepito come una specie di celeste contenitore era altresì ubicato da altra visione religiosa egizia in un luogo sotterraneo: gli inferi in cui discese il Messia defunto, risorgendo alla fine («descendit ad inferos, [...] resurrexit a mortuis»). Il quadro si chiude con l’individuazione di tutti gli elementi essenziali dell’architettura dinamica fondante trasferiti in quella statica dell’elaborazione cristiana. Ho già in passato fatto osservare che il perizoma del Cristo nei crocifissi alluda nella mia interpretazione all’assenza osiriaca del membrum virile, assorto a corpo celeste luminoso: la stella cometa a guida dei magi (=maghi) annunziante la nascita di un re (del Mondo). La progressione del Sole nel Duat ci mostra un Osiride che muore al tramonto e che risorge all’alba nel figlio Horus. La risurrezione del Messia evangelico vuole riproporre simili contenuti mitici. D’altro canto non dobbiamo dimenticare in rapporto alla cosmogonia veterotestamentaria la presenza nel Duat di Apep, il serpente simbolo delle tenebre e del disordine, con cui il Sole si misura ogni notte nel suo compito di sostegno all’ordine naturale. In più, tornando al recinto neotestamentario, voglio ricordare ancora una volta il mio stupore quando, parecchio tempo fa, nelle mie ricerche mi imbattei in una foto di Iside seduta con Horus tra le braccia sulle gambe percependoli all’impatto visivo come un gruppo scultoreo mariano: la differenza rispetto alla dimensione estetica originaria era stata impercettibile (non tutte quelle antiche sculture si prestano comunque a quest’inganno ottico: mi è capitato solo una, tuttavia molto significativa, volta). Mi riaggancio adesso al tema transumanistico, e faccio notare che in materia di nascita il Duat (grembo di Nut) celeste è simile a una incubatrice huxleyana e che la vocazione a superare la morte, espressa dagli Egizi con la tecnica della mummificazione si mostra sui generis transumanistica. Del resto la massima offerta del Cristianesimo ai suoi fedeli rimane l’immortalità. Il transumanesimo, a mio modesto valutare, esprime desideri dettati dalla sfera religiosa, e nel nostro caso quella prossima è la cristiana (rielaborante dunque aspirazioni e impalcature concettuali pregresse). Abbiamo visto un Jesus Christ superstar, non mi stupirei di vedere proposto un Jesus Christ cyberpunk. Trasferire la coscienza in un androide asessuato, poiché non ci sarebbe più bisogno di riproduzione biologica organica, costituisce un’idea esplicita dove l’essere umano sarebbe eterno: sarebbe ossia come un angelo in paradiso, con il superamento dei generi sessuali. Osserviamo il modo in cui la scienza assomiglia alla religione assumendone i sogni. Il Brave New World di Aldous Huxley costituisce un sistema che ho inserito assieme al GNR nella mia distopica ipotizzata cronistoria del tempo futuro9. Naturalmente non contesto i benefici della ricerca scientifica nel momento in cui essa migliora l’esistenza, a cominciare dai disabili e dagli ammalati. L’interfacciamento neurale, ad esempio, in sé e per sé, non è giudicabile buono o cattivo. Però se degenerasse al livello di “The feed” (romanzo di Nick Clark Windo) riterrei di trovarci davanti a cosa non buona, mentre utilissimo rimarrebbe a vantaggio di chi avesse difficoltà. Qualcosa di più definito stimo di dover qua in breve aggiungere a proposito dei generi sessuali quando si discute di transgenderismo. Sto argomentando da cisgender eterosessuale esclusivo, e per me la categoria LGBT non rappresenta un problema sociale. Il Cristianesimo ha perseguitato, torturato e ucciso queste persone per secoli e nei modi più sadici, finché l’Occidente ha voltato pagina sul piano repressivo cancellando la previsione di reato a loro danno. Questi soggetti nella mia visione filosofico-giuridica non rientrerebbero in quanto tali nella sfera pubblica: l’orientamento e l’identità sessuali costituiscono a mio modo di vedere un fatto “privato”, a meno che non emerga un reato penale (violenza, pedofilia, etc.). Parimenti qualsiasi forma di educazione scolastica mirante alla “maturazione personale” di un orientamento omosessuale/transgender dovrebbe essere scartata; lecito a scuola fare “spiegazione”. L’orientamento e l’identità sessuali di un soggetto minore resterebbero materia sotto il controllo di chi ne detiene la potestà genitoriale o la tutela; i genitori e il tutore sarebbero i responsabili della cura di figli minori e di minori in tutela (entro i limiti della legalità costituita). Lo Stato potrebbe fornire strutture assistenziali distinte e separate dalla scuola accompagnandosi alla famiglia o al tutore ufficiale. Considero omosessuali e transgender persone normali: ciascuno sia lasciato libero nella sua individualità, senza ricevere condizionamenti pro o contro, ma ricevendo invece, se opportuna, adeguata assistenza. Ripeto che, secondo me, l’omosessualità è una prova dell’esistenza dell’anima, giacché dimostrerebbe la traccia di un’impronta fisiologica sessuale pregressa10. Se il transgender scopre qualcosa del genere, a sua insaputa, e vuol cambiare la sua identità sessuale, in ogni caso, trattasi di affari “privati”. Alla scuola rimarrebbe, sempre nell’orizzonte del mio pensiero, il compito di illustrare la “famiglia biologica” quale unica produttrice di figli, dacché il modello fisiologico è quello: dato di fatto naturale, universale, esclusivo. Dove c’è impotentia ad filios a causa di un accoppiamento omosessuale non si dovrebbe intervenire in maniera surrogata o comunque alternativa: la Natura dà i figli solo alle coppie formate da un uomo e una donna, e chiede che questi crescano in una famiglia biologica11. Per quanto riguarda il resto, tutti i maggiorenni potrebbero aggregarsi nel modo in cui vogliono, nel rispetto della Legge. Una coppia omosessuale è lecita, e sulla base del legame affettivo le si potrebbero riconoscere dei pertinenti diritti riconosciuti già alla coppia etero. Secoli di persecuzioni degli appartenenti alla categoria LGBT rivendicano una pacificazione sociale. Demonizzare il transgenerismo e non studiarlo senza pregiudizi appaiono a me difetti ideologici ereditati da mentalità religiosa cristiana, difetti che osservo nel novero cattolico; mentre sul versante protestante, in quest’altra parte dell’Occidente, quel che io noto più saliente si mostra il fatto che antiche suggestioni potrebbero essere state riprese, rielaborate e ricalibrate in direzione di riproposizioni in versione GNR.
 
 
NOTE
 
Questo testo sarà inserito in un prossimo saggio critico a stampa.
 
1 A dimostrazione segnalo un mio studio: Antropogonia e androginia nel Simposio e nella Genesi, dentro la mia pubblicazione Considerazioni letterarie (2014).
Nel 1978 Papa Luciani dichiarò che Dio è Padre e Madre (Papa Bergoglio ha poi lontanamente riecheggiato qualcosa del genere). L’affermazione di Giovanni Paolo I ci induce a sovrapporre il concetto di androginia sul Dio biblico, il che spinge in un secondo ulteriore momento – ricordo che secondo me l’Ebraismo è sorto dall’Atonismo – a riscoprire gli aspetti androginici di Aton (definito dagli atonisti “madre e padre dell’umanità”), aspetti riflessi in rappresentazioni di Akhenaton dove il faraone riformatore religioso appare con fattezze femminilizzate creanti l’immagine dell’androgino. Non trascuriamo in ultimo che il Dio veterotestamentario produsse l’Adamo originario androgino a somiglianza della divinità.
 
2 In direzione di ulteriore approfondimento altro mio scritto: Eros e la libido junghiana nel “Simposio”, all’interno del mio saggio Note di critica (2017).
 
3 Ne ho parlato a pag. 10 della mia opera Studi illuministi (2024).
 
4 V. nota 1.
 
5 V. a pag 19 della mia pubblicazione Partita a scacchi (2022).
 
6 Rammento due miei lavori di analisi: Gesù stoico e dionisiaco nel saggio indicato nella nota precedente; Iside e Osiride, Cristo e la Madonna nell’altra mia opera intitolata Note di studio (2016).
https://danilocaruso.blogspot.com/2022/06/gesu-stoico-e-dionisiaco.html
 
7 Ho destinato una mia monografia al celeberrimo romanzo di Aldous Huxley, testo dove chiarisco quel sistema sociale distopico essere nato da una degenerazione concettuale del capitalismo attivistico protestante: Il capitalismo impazzito di Aldous Huxley (2015).
 
8 Mi sono dilungato nelle analisi miranti a decifrare i significati concettuali del brano ebraico veterotestamentario dedicato alla cosmogonia. Le indico (tutte in mie pubblicazioni): Radici egizie in Ermeneutica religiosa weiliana (2013), Radici sumere di Ebraismo e capitalismo in Note di critica (2017). L’acqua e il Dio biblico in Teologia analitica (2020), Sul biblico “Cantico dei cantici” e su Gn 1,1 in Radici occidentali (2021).

https://danilocaruso.blogspot.com/2014/09/radici-egizie-nella-cosmogonia-ebraica.html

https://danilocaruso.blogspot.com/2017/11/radici-sumere-di-ebraismo-e-capitalismo.html

https://danilocaruso.blogspot.com/2020/03/lacqua-e-il-dio-biblico.html

 
9 Articolata questa esposizione di filosofia della storia ventura, i cui segmenti si trovano analizzati in differenti mie pubblicazioni. Qui sotto la tavola sinottica. Appresso l’elenco non soltanto delle mie singole trattazioni delle “figure”. Questi miei scritti nascono come analisi autonome (letterarie, filosofiche) le quali parallelamente si prestano a spiegare l’intreccio storico-distopico ipotizzato e illustrato da me in una cornice contenente una sua interna logica evolutiva d’insieme. Tutti i testi suddetti compaiono dentro miei saggi (l’ordine è cronologico di pubblicazione).
 

1) Il capitalismo impazzito di Aldous Huxley (saggio del 2015);
 
2) La terribile distopia di H. G. Wells dentro in Critica letteraria (2017);
 
3) La tanatolatria di de Sade in Filosofie sadiche (2021);
 
4) Una distopica ginoide contro la mantide religiosa, Sex doll prima del Brave New World, Tra Primavera Bobinski e la sadista Justine, Attacco all’inconscio collettivo in Letteratura e psicostoria (2022);
 
5) Induismo e Occidente in Partita a scacchi (2022);
 
6) La distopia della sciocchezza dei fratelli Strugatzky in Distopie occidentali (2023);
 
7) Intelligenza artificiale e stupidità naturale in Ritorno critico (2024).
 
10 Junghiano in fatto di psicanalisi, a suo tempo sviluppai simile idea percorrendo un iter di stampo logico-deduttivo, tant’è che vi riconosco venature platoniche. Nel periodo di redazione di questa presente analisi ho avuto, nel corso dei miei poliedrici studi, il piacere di rintracciare un libro scritto dallo psichiatra Ian Stevenson, eminente studioso del fenomeno della rincarnazione, pubblicato in Italia nel 1991 da “Edizioni Mediterranee”: “Bambini che ricordano altre vite / una conferma della reincarnazione”. L’ho letto con interesse e ho notato che la mia semplice e modesta idea era già stata meglio e più articolatamente esposta prima in passato. Ho sempre puntualizzato, in generale, nei miei discorsi, di non fare professione di originalità. L’eccellente intellettuale americano, autore di varie monografie, è comunque giunto alla medesima conclusione per via induttiva empirico-investigativa. Io avevo a disposizione solo contenuti di pensiero approdanti genericamente alla realtà concreta, mentre lui è partito da un considerevole concreto numero di casi analizzati pervenendo a un’astrazione concettuale dimostrativa. A prescindere da tali impostazioni metodologiche, le quali mi è parso utile esplicitare, a sostegno della mia posizione a favore della teoria reincarnazionistica e del suo coinvolgimento nel tema inerente a omosessuali e transgender voglio riportare pochissimi piccolissimi brani, in conformità al diritto di citazione, estratti dal detto lungo apprezzabile testo di Stevenson (tradotto in italiano da Mara Grillini e Eduardo Hess). Premetto che lo scrittore e uomo di scienza americano ha, nel merito discusso di metempsicosi da soggetto con differente sesso, mostrato diversi exempla e ragionamenti chiarificatori.
 
estratto 1
Uno dei più interessanti ed importanti tipi di comportamento insolito manifestato da un soggetto è quello che si verifica nei bambini che ricordano la vita di una persona appartenente all’opposto sesso. (Trattasi di quei casi che precedentemente ho denominato casi di cambiamento di sesso). La maggior parte di questi soggetti rivela (a vari gradi) modi di vestire, di parlare, di giocare ed altri comportamenti che si adattano alle tendenze del sesso opposto.
[...]
Durante il corso delle mie ricerche ho avuto modo di notare che, fra i soggetti appartenenti a casi che presentano un cambiamento di sesso da una vita all’altra, la disforia sessuale è un fenomeno molto comune. Ciò mi permette di dire che, probabilmente, la condizione di molte altre persone afflitte da tale problema (o anche da omosessualità), possa derivare da vite precedenti in qualità di membri del sesso opposto. Come ho detto all’inizio di questo capitolo, ciò può avvenire anche quando la persona in questione non presenta alcuna reminiscenza di una vita precedente.
 
estratto 2
Perseverando nella sua convinzione di essere stata un ragazzo, Erin desiderava vestirsi in modo maschile ed impegnarsi in attività consone a questa condizione. Appena crebbe a tal punto da notare le differenze di abbigliamento fra i ragazzi e le ragazze, insistette nel volersi vestire con abiti maschili. [...] Quando sua madre si ostinava affinché indossasse un vestito da donna Erin si sentiva umiliata, avrebbe di gran lunga preferito dei jeans o dei pantaloni larghi. [...] Voleva anche che i capelli le rimanessero corti e permise che le crescessero solo all’età di nove anni. Erin non mostrava alcun interesse per bambole dalle fattezze umane [..]. [...] Le piaceva nuotare, scalare gli alberi e pescare. Espresse poi un forte desiderio di imparare il baseball e di diventare un «lupetto» degli Scout. Quando venne a sapere che poiché era una ragazza non poteva aspirare a diventare un «lupetto» degli Scout, arrossì dalla rabbia. La Sig.ra Jackson mi scrisse che a volte Erin sospirando diceva: «Avrei desiderato essere un ragazzo. Perché mai non avrei potuto essere un ragazzo?».
[...]
Ampan Petcherat, il soggetto di un altro caso di cambiamento di sesso, quand’era una bambina rivelava dei comportamenti tipicamente maschili che poi perse del tutto durante l’adolescenza. Il differente corso dello sviluppo di questi soggetti potrebbe essere dovuto alle diverse età che avevano le loro precedenti personalità all’epoca in cui morirono. Jagdish Chandra e Ampan Petcherat ricordavano la vita di due bambini che, probabilmente, non vissero così a lungo da consolidare i tratti ed i comportamenti tipici di un Bramino e di un uomo, laddove invece ciò può essere accaduto per ciò che riguarda le precedenti personalità adulte che figurano nei casi di Jasbir Singh, Ma Tíng Aung Myo, Paulo Lorenz e Rani Saxena.
[...]
Una persona che, ad esempio, si sia incarnata per sei volte in un corpo maschile prima di rinascere in uno femminile, potrebbe avere maggiori difficoltà ad adattarsi a vivere come una donna di quanto non accadrebbe se, soltanto nella vita precedente, fosse stata un uomo.
 
11 Ne avevo già parlato, spiegando a fondo il mio punto di vista laico, nella mia opera Note umanistiche (2020): Ragionamento sopra le adozioni gay. E come avevo là affermato, se una legge dello Stato democratico desse il diritto ad avere figli alle coppie omosessuali, per me non sarebbe un problema. Le mie idee in merito costituiscono una mia visione filosofico-giuridica razionalista la quale potrebbe essere superata dai fatti. Al Parlamento la facoltà di legiferare, a tutti il diritto di esprimere lecite, sensate, argomentate riflessioni nel rispetto di posizioni alternative (art. 21 della Costituzione italiana).