Talvolta mi è capitato qua e là di ascoltare
o leggere dei richiami fondati sulla dottrina cristiana messa in
contrapposizione alle ideologie e alle teorie transumanistiche e transgenderiste.
Dopo anni di studio e analisi dell’universo giudaicocristiano ruotante attorno
alla “Bibbia” non ho più molta difficoltà a cogliere al volo delle per me
stonature di cui i sostenitori religiosi giudico non si rendano conto giacché
rimasti, a quanto mi sembra, ancorati a un asciutto piano catechistico. Io ho
esaminato negli originali ebraici e greci brani biblici cui alle volte qualcuno
si appella. Un exemplum che mi pare clamoroso deriva dall’anteposizione operata
dai fautori della fede (ritenuta da loro qualcosa di solido) della credenza che
il Dio biblico abbia creato esclusivamente due generi sessuali (il maschile e
il femminile). Non è così. Nel relativo testo in lingua ebraica si può leggere
(e quindi tradurre in maniera migliore) che quando Dio produsse gli esseri
umani li fece
androgini e non
maschio e femmina separati. In un
secondo tempo tagliò l’androgino Adamo isolandone la “fiancata” femminile in
Eva
1. La “Bibbia” racconta, più in breve, il parallelo ragionamento platonico
nel “Simposio”
2. Come se questo non bastasse già a introdurre un
orizzonte teologico transgenerista nella Sacra Scrittura postulante tre generi,
il canonico evangelico Gesù Cristo fa l’apologia degli evirati di loro
iniziativa a religioso scopo salvifico
3. Mentre in quest’ultima circostanza
il genere sessuale maschile patisce nel quadro teologico la sua cancellazione
in seguito a motivazione generante una specie di privilegiato, in ottica
paradisiaca, genere 0, il Messia in un Vangelo apocrifo proclama che le donne
non entreranno in cielo a meno che non siano trasformate in maschi. La materia
transumanistica/transgenderista si mostra, come vedremo meglio, religiosa. Tant’è
che io reputo possibile la derivazione di posizioni moderne dall’humus della
religione, una base di cui forse s’è smarrita consapevolezza. Le avveniristiche
tendenze del GNR (genetica, nanotecnologia, robotica) disvelano una sorta di
tensione fideistico-scientifica, dove non è la scienza da sé a elevarsi a
religione, bensì il contrario: la scienza viene invasa da ideali religiosi (in
primis quello supremo dell’immortalità). Il discorso biblico inerente ai generi
sessuali umani torna ancora attuale nelle mie sottolineature laddove in ebraico
si afferma che l’uomo e la donna nel congresso carnale diverranno non
una sola carne, ma la
carne primigenia, ossia quell’androgino
che poco sopra rammentavo
4. Perciò nella “Bibbia” in un modo o
nell’altro, il “maschile” e il “femminile” sembrano
transitori, appesi tra estremi i quali non ne indicano affatto una
dimensione di eccellenza ontologica. Tutt’altro. Noè maledisse il figlio che lo
vide nudo, cioè
difettoso, in quanto
non più
essere integro androgino.
L’androginia, vale a dire il ricongiungimento dei due distinti generi, è l’ideale
antropologico
perduto nel Vecchio
Testamento. L’asessualità (la
cancellazione
di una puntualizzazione di identità sessuale) costituisce la meta
neotestamentaria (disprezzato il genere femminile, un po’ meno quello maschile;
ritengo che Gesù abbia detto di
non dare
le cose sante alle cagne; molto
probabilmente quel dativo in greco, «τοῖς κυσίν», è femminile
5). In
generale nei due Testamenti notiamo proprio una propensione transgenerista
(verso l’androgino; o il genere 0, che sarebbe quello degli angeli), un tendere
verso un
piano trans (il quale viene
riproposto nella modernità in forme più legate alla specificità individuale e
non proiettate alla volta di una riparazione ideale superiore). Stando al mio
punto di vista razionalista spiritualista, superficialmente si vorrebbe criticare
da parte di alcuni (in ogni caso valentissimi intellettuali), in negativo, un’ideologia
odierna facendo perno sulle Sacre Scritture cristiane. Un altro aspetto che a
me sembra contraddittorio in pectoribus di tali critici riguarda la figura di
Gesù Cristo. Il Messia è nato, nella spiegazione della teologia dogmatica, per
via di concepimento dovuto allo Spirito Santo, nel contesto di una
partenogenesi, venendo al mondo grazie a compenetrazione mariana. A me, nella
mia modesta semplicità, con tutto il rispetto che i credenti meritano, che
riconosco e che tributo sinceramente, una simile cosa si mostra apparire una
situazione transumanistica. E lo dico
proprio nel merito della mia analisi, scevro da intenzioni diverse che non
siano quelle di esprimermi sempre in modo scientifico, obiettivo e
circostanziato. Tale è il mio leale rispetto nei confronti di chi parla
appoggiandosi a qualsiasi contenuto cristiano (rivolgendolo a qualunque altro
argomento) che colgo l’occasione di prolungare il mio ragionamento spiegando
come la figura del Messia evangelico sia da connettere e confrontare con
meccanismi mitologici, anche Egizi, da quel che vedo tutti perlopiù ignorati da
molti. Nei miei studi ho preso in esame le radici stoiche e mitologiche greche
nella costruzione dell’immagine esteriore letteraria di Gesù, ho in parte
rilevato alcuni aspetti derivanti dai miti provenienti dall’Antico Egitto. La
circostanza mi è propizia al fine di spendermi nell’illustrare nuovi dettagli
analitici, rispetto ai miei precedenti espositivi, in merito alla nascita e
alla resurrezione di Cristo
6. Un’argomentazione che rivelerà la
guisa in cui la sorgente creatrice di mattoni religiosi sia fantasiosa e come
simili temi mitici possano collocarsi all’esterno di scienza e rigore
conoscitivo più avanzati. Non addebito una colpa, un motivo di demerito, a chi
nell’Antichità egizia formulò ipotesi, credenze fantastiche, cercando di capire
il mondo. Quella era la gittata massima della Ragione di allora. I miti ci
indicano limiti razionali, e se dentro di questi ci sono elementi fantastici,
fantascientifici, transumanistici, dobbiamo prenderli per quello che sono e
capirli nella loro sostanza. Se la nascita del Messia cristiano assomiglia a
quella transumanistica tipica del Brave New World huxleyano, reputo non si possa
non prenderne atto, e perciò deduco in generale, alla luce anche di quanto già
detto, che contrapporre la religione al transumanesimo e al transgenderismo non
rappresenta, a mio avviso, un’operazione intellettuale molto appropriata
7.
Il fantasioso della mitologia potrebbe essersi convertito nella mira della
scienza che ha indossato l’abito del transumanesimo. Se guardiamo bene talune
teologiche affermazioni dogmatiche e certi aspetti biblici, scopriremo che al
di sotto di essi sta un sostrato di architettura dinamica invalidante la pretesa
origine divina di una rivelazione di fede. Intendo perciò proseguire
nell’exemplum, al fine di riscontro, cui sopra avevo fatto cenno: nascita e
resurrezione di Gesù al di là delle loro apparenze transumanistiche cristiane
(le quali rimangono nel loro significato simbolico, proiettato sul Brave New
World e sopra una scienza che punta all’immortalità: un desiderio espresso
dentro un cerchio religioso si è trasferito, secondo me, alle ricerche medica e
tecnologica animanti il transumanesimo). Nella religione egizia antica l’arco
vitale, caratterizzato dai suoi estremi di genesi e di morte, entro i quali si
svolgeva una lotta per la vita (uno scontro esistenziale fra ordine sostenitore
e disordine distruttore), riceveva una significativa trasposizione figurata
nelle immagini della sequenza solare giornaliera visibile dalla terra. Il
sorgere e il tramontare erano trasposti nella veste simbolica dei due estremi
menzionati. Il Sole assumeva il primo posto nel culto religioso, in quanto icona
della divinità reggitrice della Natura. Il mito di Osiride rielaborava il ciclo
vita-morte attraverso uno schema proseguente nella ripresa dialettica per mezzo
di una risurrezione, una ricomposizione del cadavere smembrato osiriaco. Questo
Dio solare torna dunque a vivere, sconfiggendo la morte e il di essa disordine.
Capire cosa fa il Sole dunque (puntualizzato pure in Ra) è nevralgico allo
scopo di comprendere il pensiero egizio. Partiamo dal tramonto, allorché il
Sole scompare alla vista umana. In quella mitologia antica entrava nel Duat, il
quale sarebbe un contenitore posto nel cielo, una scatola invasa dalle
tenebrose acque primordiali da cui si è separata la illuminata realtà naturale.
Il Sole quotidianamente entra ed esce dal Duat, dove combatte il disordine
proprio dell’acqua in quanto archè, per dare radiante appoggio durante il
giorno alla vita. In simile cosmologia il cielo viene immaginato come una volta
separante le
acque di sopra dal
mondo sottostante; sopra si sta al buio,
sotto grazie all’azione solare v’è luce, calore, e quindi una Natura vivente e
ordinata. Al di là dell’analogia cosmogonica con la biblica origine del cosmo
8,
mi preme far notare in questa sede il legame con la figura di Gesù Cristo. Il
cielo per gli antichi egizi era una manifestazione della Dea Nut, i cui
connotati di gestante notturna del Sole sono passati alla Madonna cristiana,
non per niente definita “Regina del cielo” (titolo di quella Dea uranica e di
Iside). Nut al tramonto ingoiava il Sole e lo partoriva all’alba: concepimento
per virtù dello Spirito Santo (entrato dall’orecchio della Vergine Maria, nel
parere di Anselmo d’Aosta) del Logos incarnato e sua nascita per
compenetrazione. La nascita del Messia simboleggia il sorgere del Sole, la
venuta di un principio ontologico portatore di ordine (Logos = via, verità,
vita). La sua morte e la sua resurrezione sono ancora legate al ciclo del Duat
(il quale era pure il luogo ospitante le anime dei dipartiti), giacché questo
oltre a essere concepito come una specie di celeste contenitore era altresì ubicato
da altra visione religiosa egizia in un luogo sotterraneo: gli inferi in cui
discese il Messia defunto, risorgendo alla fine («descendit ad inferos, [...]
resurrexit a mortuis»). Il quadro si chiude con l’individuazione di tutti gli
elementi essenziali dell’architettura dinamica fondante trasferiti in quella
statica dell’elaborazione cristiana. Ho già in passato fatto osservare che il
perizoma del Cristo nei crocifissi alluda nella mia interpretazione all’assenza
osiriaca del membrum virile, assorto a corpo celeste luminoso: la stella cometa
a guida dei magi (=maghi) annunziante la nascita di un re (del Mondo). La progressione
del Sole nel Duat ci mostra un Osiride che muore al tramonto e che risorge
all’alba nel figlio Horus. La risurrezione del Messia evangelico vuole
riproporre simili contenuti mitici. D’altro canto non dobbiamo dimenticare in rapporto
alla cosmogonia veterotestamentaria la presenza nel Duat di Apep, il serpente
simbolo delle tenebre e del disordine, con cui il Sole si misura ogni notte nel
suo compito di sostegno all’ordine naturale. In più, tornando al recinto
neotestamentario, voglio ricordare ancora una volta il mio stupore quando,
parecchio tempo fa, nelle mie ricerche mi imbattei in una foto di Iside seduta
con Horus tra le braccia sulle gambe percependoli all’impatto visivo come un
gruppo scultoreo mariano: la differenza rispetto alla dimensione estetica
originaria era stata impercettibile (non tutte quelle antiche sculture si
prestano comunque a quest’inganno ottico: mi è capitato solo una, tuttavia
molto significativa, volta). Mi riaggancio adesso al tema transumanistico, e
faccio notare che in materia di nascita il Duat (grembo di Nut) celeste è
simile a una incubatrice huxleyana e che la vocazione a superare la morte,
espressa dagli Egizi con la tecnica della mummificazione si mostra sui generis
transumanistica. Del resto la massima offerta del Cristianesimo ai suoi fedeli
rimane l’immortalità. Il transumanesimo, a mio modesto valutare, esprime desideri
dettati dalla sfera religiosa, e nel nostro caso quella prossima è la cristiana
(rielaborante dunque aspirazioni e impalcature concettuali pregresse). Abbiamo
visto un
Jesus Christ superstar, non mi
stupirei di vedere proposto un
Jesus
Christ cyberpunk. Trasferire la coscienza in un androide asessuato, poiché
non ci sarebbe più bisogno di riproduzione biologica organica, costituisce
un’idea esplicita dove l’essere umano sarebbe eterno: sarebbe ossia come un
angelo in paradiso, con il superamento dei generi sessuali. Osserviamo il modo
in cui la scienza assomiglia alla religione assumendone i sogni. Il Brave New
World di Aldous Huxley costituisce un sistema che ho inserito assieme al GNR
nella mia distopica ipotizzata cronistoria del tempo futuro
9.
Naturalmente non contesto i benefici della ricerca scientifica nel momento in
cui essa migliora l’esistenza, a cominciare dai disabili e dagli ammalati.
L’interfacciamento neurale, ad esempio, in sé e per sé, non è giudicabile buono
o cattivo. Però se degenerasse al livello di “The feed” (romanzo di Nick Clark
Windo) riterrei di trovarci davanti a cosa non buona, mentre utilissimo
rimarrebbe a vantaggio di chi avesse difficoltà. Qualcosa di più definito stimo
di dover qua in breve aggiungere a proposito dei generi sessuali quando si
discute di transgenderismo. Sto argomentando da cisgender eterosessuale
esclusivo, e per me la categoria LGBT non rappresenta un problema sociale. Il
Cristianesimo ha perseguitato, torturato e ucciso queste persone per secoli e
nei modi più sadici, finché l’Occidente ha voltato pagina sul piano repressivo
cancellando la previsione di reato a loro danno. Questi soggetti nella mia
visione filosofico-giuridica non rientrerebbero in quanto tali nella sfera
pubblica: l’orientamento e l’identità sessuali costituiscono a mio modo di
vedere un fatto “privato”, a meno che non emerga un reato penale (violenza,
pedofilia, etc.). Parimenti qualsiasi forma di educazione scolastica mirante
alla “maturazione personale” di un orientamento omosessuale/transgender dovrebbe
essere scartata; lecito a scuola fare “spiegazione”. L’orientamento e
l’identità sessuali di un soggetto minore resterebbero materia sotto il
controllo di chi ne detiene la potestà genitoriale o la tutela; i genitori e il
tutore sarebbero i responsabili della cura di figli minori e di minori in
tutela (entro i limiti della legalità costituita). Lo Stato potrebbe fornire
strutture assistenziali distinte e separate dalla scuola accompagnandosi alla
famiglia o al tutore ufficiale. Considero omosessuali e transgender persone
normali: ciascuno sia lasciato libero nella sua individualità, senza ricevere
condizionamenti pro o contro, ma ricevendo invece, se opportuna, adeguata
assistenza. Ripeto che, secondo me, l’omosessualità è una prova dell’esistenza
dell’anima, giacché dimostrerebbe la traccia di un’impronta fisiologica
sessuale pregressa
10. Se il transgender scopre qualcosa del genere,
a sua insaputa, e vuol cambiare la sua identità sessuale, in ogni caso,
trattasi di affari “privati”. Alla scuola rimarrebbe, sempre nell’orizzonte del
mio pensiero, il compito di illustrare la “famiglia biologica” quale unica
produttrice di figli, dacché il modello fisiologico è quello: dato di fatto
naturale, universale, esclusivo. Dove c’è
impotentia
ad filios a causa di un accoppiamento omosessuale non si dovrebbe
intervenire in maniera surrogata o comunque alternativa: la Natura dà i figli
solo alle coppie formate da un uomo e una donna, e chiede che questi crescano
in una famiglia biologica
11. Per quanto riguarda il resto, tutti i
maggiorenni potrebbero aggregarsi nel modo in cui vogliono, nel rispetto della
Legge. Una coppia omosessuale è lecita, e sulla base del legame affettivo le si
potrebbero riconoscere dei pertinenti diritti riconosciuti già alla coppia
etero. Secoli di persecuzioni degli appartenenti alla categoria LGBT
rivendicano una pacificazione sociale. Demonizzare il transgenerismo e non
studiarlo senza pregiudizi appaiono a me difetti ideologici ereditati da
mentalità religiosa cristiana, difetti che osservo nel novero cattolico; mentre
sul versante protestante, in quest’altra parte dell’Occidente, quel che io noto
più saliente si mostra il fatto che antiche suggestioni potrebbero essere state
riprese, rielaborate e ricalibrate in direzione di riproposizioni in versione
GNR.
Questo testo
sarà inserito in un prossimo saggio critico a stampa.