di DANILO CARUSO
DEORUM MANIUM
IURA SANCTA SUNTO
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Francesco Di Franza |
La mia famiglia per ambo i rami, materno e paterno, ha origine in Castronovo di Sicilia, centro urbano antico quanto Roma. Il ramo Caruso, provenuto da Cammarata, si riallaccia al primo capostipite siciliano e a una lunga serie di personaggi di cui ho avuto modo di trattare (http://lercarafriddi-danilocaruso.blogspot.com/2012/03/caruso-di-sicilia.html). Del ramo Di Franza, meno noto nelle cronache della storia, non ho raccolto un uguale corredo di informazioni. Tuttavia posso far vanto di mio nonno Francesco e di suo padre Antonino, i quali combatterono tra le file dell’esercito italiano durante le due guerre mondiali. Antonino Di Franza (1891-1984) fu durante la Grande guerra sul fronte italo-austriaco, e nel 1973 gli venne conferito dalla Repubblica italiana il titolo di “Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto” «per riconosciuti meriti combattentistici». A differenza del mio bisnonno, che ebbi la ventura di conoscere, a proposito della partecipazione all’ultimo conflitto mondiale di mio nonno Francesco Di Franza (1924-2001) ho appreso direttamente da lui molte più cose. Egli si arruolò nel ’42 nella regia marina e fu inviato nella piazzaforte di Messina, dove sparava da una batteria antiaerea alle fortezze volanti degli Angloamericani. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fu deportato in un campo di concentramento degli Alleati in provincia di Catania da dove poi fece ritorno a Castronovo di Sicilia non senza difficoltà. Nel ’43, ignorando che fosse stato proclamato l’armistizio di Cassibile, continuò a tenere attiva la sua batteria contro gli aerei degli ex nemici. Nel corso della prigionia, a causa di una ferita a una gamba, rischiò la prospettiva di un’amputazione. Tutte le restrizione di quel periodo sofferto lo indussero, una volta, spinto dalla sete, mentre era trasportato con altri commilitoni, a scendere dal camion e correre in direzione di un fiume a bere nonostante il richiamo di un soldato nero armato di fucile. Chiunque abbia conosciuto mio nonno sa che egli è stato una persona di grandissima saggezza e di altissimo rigore morale, ligio al servizio della famiglia. Ciò dimostra a chi è lontano dall’esperienza bellica e della sua diretta testimonianza come diverse potessero essere state le cose in Italia nel passato, di cui il benessere dei decenni scorsi ha ostacolato la conoscenza. Senza conoscere i tempi antichi non c’è futuro: le nuove generazioni, ammaestrate a essere figli del benessere, rischiano di non avere quella maturità e quel senso del “limite” le cui assenze sono motivo di decadenza della società nei momenti di crisi.
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medaglie di Antonino Di Franza |
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l’atto di nomina a “Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto” di Antonino Di Franza |