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sabato 5 marzo 2022

SEX DOLL PRIMA DEL BRAVE NEW WORLD

di DANILO CARUSO
 
Ho trovato molto interessante il romanzo “Dead girls” di Richard Calder, edito nel 1992, poiché mi ha offerto notevoli spunti riguardo alla mia teoria degenerativa della storia che ho nel tempo esposto in alcuni miei scritti. Doveroso fare un riassunto, e quindi rinviare al fine di migliori approfondimenti ai miei specifici studi che ricorderò. Prendendo come figurazioni ipotetiche del futuro dei modelli provenienti da particolari romanzi e autori sono giunto a costruire una sorta di fenomenologia distopica del tempo a venire. Chiarisco: non è postulato che “debba” andare così. Affermo che proseguendo in un determinato modo “potrebbe” finire così. Il romanzo calderiano ha disegnato un mondo, ambientato nella seconda metà del XXI secolo, il quale mi ha fornito un quarto modello rispetto ai tre che avevo individuato in precedenza. Non escludo che a tali quattro tappe possa aggiungerne altre nel momento in cui, nella mia attività di studioso, faccia altre illuminanti rilevazioni letterarie. Puntualizzato ciò, ora spiegherò in breve simile ipotetico distopico avvenire. Io parto dalla considerazione che la Civiltà occidentale in seguito all’avvento del Cristianesimo sia caduta in balia di un irrazionalismo nevrotico
1, un cui aspetto è poi sfociato nell’attivismo capitalistico weberiano. Alla nevrosi suddetta, nel passato, avevo legato in ordine sequenziale lo huxleyano Brave New World2, il sadismo3, la società di Weena del wellsiano time traveller4. Il testo qui analizzato di Richard Calder, il quale è uno scrittore contemporaneo, si va a inserire nella mia fenomenologia prima del Brave New World. Gli elementi che mi hanno spinto a compiere simile operazione sono vari e rappresentano aspetti poi più intensamente messi in scena in tappe successive. Vediamo di conoscere il mondo di “Dead girls” e quali siano le radici riguardo al dopo. In questo romanzo l’umanità convive con gli androidi, da alcuni decenni sono stati introdotti esemplari soprattutto femminili. Uno scienziato inglese ne è stato l’ideatore, e la loro destinazione privilegiata è quella sessuale. Qua una grande tangenza tematica con l’universo huxleyano del romanzo pertinente ricordato. Il nostro pianeta si riempie di ginoidi, le quali però portano un problema molto grave. Queste infatti veicolano approcciandosi a loro nell’organismo dei partner umani maschili microscopici agenti biotecnologici i quali vanno a modificare il DNA delle figlie venture di costoro avute oltre con compagne umane. Dette figlie nascono normali, e dopo, nell’età della pubertà, inizia un processo di conversione radicale biomolecolare che le trasformerà in ginoidi di sostanza inorganica. Questo virus bioinformatico sconvolge la società mondiale, a partire da quella inglese dove si cerca di applicare un contenimento epidemico. Quale reazione politica e sanitaria si forma lo Human Front (avente come simbolo il caduceo), organizzazione la quale ha preso il potere instaurando una specie di sadica inquisizione di sanità pubblica. Le adolescenti infatti che subiscono la metamorfosi organica alla volta della ginoide vengono sottoposte a t.s.o. e vengono infine impalate. Questo lato del romanzo calderiano anticipa contenuti sadici della terza tappa storica della mia fenomenologia nella maniera in cui si configura al momento. Nel mio studio sadiano ho spiegato la maniera in cui la coppia Justine/Juliette funga da raccordo concettuale: la prima in direzione di Weena, la seconda da Lenina Crowne. Un ulteriore dettaglio di “Dead girls” mi ha prospettato il modo di riagganciarmi pure al quarto mio gradino storico wellsiano. Dette ginoidi di Calder, definite comunemente nel romanzo “bambole” oltre che “ragazze morte”, e nei cui confronti il colore verde possiede un tono predominante (in aggiunta alla colorazione degli occhi sono obbligate a mostrare un contrassegno distintivo a forma di stella della stessa tinta), iniziano a essere prese di mira non appena comincia la mutazione, vale a dire intorno ai 12 anni.
 
 
Costoro, verso le quali lo Stato inglese guidato dallo HF si è indirizzato alla scientifica (?) eliminazione, ricevono una qualificazione analoga – mutatis mutandis – alle streghe classiche: porte del Diavolo spalancate in favore della deriva sessuale. Un aspetto saliente proviene dal fatto che queste ragazzine-ginoidi siano minorenni e base di una ninfofilia elevata a motivo di scontro ideologico e materiale: da un lato chi ideò in origine ginoidi con foggia adolescenziale, e dall’altro i post-epidemici inquisitori sanitari e politici. Le ragazzine soggette a metamorfosi appaiono vicine alla Lolita di Nabokov nell’immaginario collettivo, al quale sono indicate nella veste di capro espiatorio in una psicopatica prassi persecutoria della dittatura sanitaria. Ho affrontato il tema della ninfofilia nella mia analisi su “The time machine”, mostrando il modo in cui il passato fosse stato più flessibile circa l’età del consenso: la scandalosa Lolita novecentesca, nel Medioevo – per fare un esempio – sarebbe stata più che normale. Ovviamente qui non parlo da un punto di vista giuridico attuale: la maggiore età va rispettata a prescindere dall’età del consenso. Quanto noto nel testo calderiano in rapporto a ciò è che questo letterario mondo del XXI secolo abbia tangenza a proposito dell’argomento sessuale in questione con la quarta mia tappa storica wellsiana alla guisa emergente da quest’altro romanzo. Simile sorta di ninfofilia del mio primo gradino fenomenologico prelude a una più ampia liberalizzazione sessuale del secondo huxleyano. Se il sistema normativo immaginato da Calder nel secolo della sua narrazione ha consentito di produrre ginoidi che avessero sui 13 anni costituisce cosa di cui posso solo prendere atto. Hic et nunc la ninfofilia rappresenta reato, come ricordai in guisa più approfondita e articolata trattando di Weena. Dopo aver illustrato i contenuti inerenti alla mia filosofia della storia possiamo vedere lo sviluppo del racconto in “Dead girls”. Protagonisti del testo sono due adolescenti: un ragazzo e una ragazzina-ginoide scappati dall’inquisitorio regime sanitario inglese verso il sud-est asiatico. Ignatz Zwakh e Primavera Bobinski nel corso delle vicende riusciranno a scoprire l’origine e la causa della diffusione di quel virus ginoide. Gli Occidentali ne lamentarono una provenienza dall’est asiatico. Qui dove si producevano sex doll di concorrenza a buon mercato di fronte ai prodotti di lusso europei, non ebbero invece tutti i torti a pensare invece un’origine occidentale. Infatti quel virus, benché non fosse sorto nelle bambole assieme a un movente direttamente nocivo, mostrava la sua radice nell’opera dell’ideatore delle prime ginoidi. Queste sono state involontariamente create con un quid sfuggito alla consapevolezza del dottor Toxicophilus, lo scienziato inglese il quale ideò Titania (nella romanzo l’unica sopravvissuta della prima generazione di “ragazze morte”, assorta a regina di tutte le ginoidi perseguitate future). È stata costei, collaborando con gli USA, ad agevolare la diffusione virale nel mondo. Agli Americani, i quali avevano perduto la loro centralità sul pianeta a vantaggio di un’Europa rafforzatasi a danno dell’URSS, interessava che il virus si diffondesse in modo da danneggiare i propri rivali internazionali. A proposito della mia ipotetica fenomenologia storica mi pare il caso di esplicitare che la collocazione temporale possibile sia indeterminata. Calder ad esempio parla di XXI secolo, ma io non sto proponendo l’universo delle sex doll nello stesso periodo. Ho solo ripreso il modello, il quando non lo so: potrebbe essere anche secoli più in là; altresì dicasi per altre tappe (potrebbero attualizzarsi prima o dopo della loro epoca d’ambientazione letteraria). Sopra la tanatolatria sadiana, di cui ho discusso altrove, un brano di “Dead girls” è illuminante e chiarisce il lato ninfofilico del testo. Le ginoidi hanno incarnato i lati oscuri della recente psiche umana venendo infine tratteggiate con i contorni di aberranti ninfomani. Il loro esser-ci si disvela dunque strutturalmente un essere-per-la-morte in funzione catartica in relazione alla contraddizione virale. La missione di Titania appare questa: far morire le bambole, riflettendo in tal guisa la decadente tanatolatria europea veicolata inconsciamente dal dottor Toxicophilus. Pertanto Primavera perirà uccisa da agenti patogeni prodotti contro le ginoidi entrati nel suo organismo. Il cerchio tanatolatrico si è chiuso. Sesso, violenza, morte. L’umanità più evoluta attraversa l’angoscia esistenziale della prenatale e successiva mortale reificazione dell’individuo umano proiettando, inconsapevolmente (?), questo contorto e oscuro cosmo psichico nella creazione di ginoidi, dove la temutissima reificazione si prolunga in una nemetrice ipostasi distruttiva e autodistruttiva. Rammento che io distinguo due livelli libidici potenziali nell’individuo: uno basso che chiamo “freudiano” (pulsionale animale, in qualche modo imbrigliato da strutture esteriori denominate Super ego, correlato alla “fase naturale” spiegata da Jung) e uno più alto che definisco “junghiano” (spirituale, il quale si addice alla possibile successiva “fase culturale” di chi ci perviene)5. Per inciso: si tratta di un impianto che ricorda la biga platonica. Pertanto, dopo aver reso lecita la coesistenza dei sistemi psicanalitici di Freud e Jung, posso concludere che la suddetta nemesi sia opera dell’Inconscio collettivo, mentre che i dettagli descritti ineriscano allo studio freudiano sulle pulsioni di morte (come appunto visto: distruzione e autodistruzione).
 
 
 
NOTE
 
Questo scritto fa parte del mio saggio intitolato “Letteratura e psicostoria”
 
1 Si legga la mia monografia Critica dell’irrazionalismo occidentale (2016).
 
2 Leggasi il mio saggio Il capitalismo impazzito di Aldous Huxley (2015).
 
3 Si veda nella mia opera Filosofie sadiche (2021) lo studio dal titolo La tanatolatria di de Sade.
 
4 Vedasi La terribile distopia di H. G. Wells dentro il mio saggio intitolato Critica letteraria (2017).
 
5 Per approfondire indico un mio scritto: L’irrazionalismo nevrotico di Kierkegaard. Il quale si trova nella mia monografia indicata nella nota 3.